Salute e ricerca, One Health Awards allo scienziato Antonio Giordano. Premi anche a Ferjani e Laxminarayan

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in foto la cerimonia di premiazione a Teramo

I premi “” 2025 sono stati assegnati al ministro della salute della Tunisia, Mustapha Ferjani, all’oncologo di fama internazionale Antonio Giordano, fondatore e direttore dello Sbarro Institute for Cancer Research and Molecular Medicine di Philadelphia e a Ramanan Laxminarayan, ugandese fondatore e direttore del One Health Trust a Washington e direttore del Centro di collaborazione per la resistenza antimicrobica dell’Oms. I riconoscimenti sono stati consegnati a Teramo nel corso del simposio internazionale sulla Salute Unica, organizzato dall’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e del Molise “Giuseppe Caporale”.
I premi sono destinati non solo alle eccellenze della ricerca nazionale e internazionale, ma anche ai protagonisti scientifici della divulgazione e dell’impegno per il pianeta affinché il concetto di ‘One Health, One Earth’ esca sempre di più dalla discussione accademica per entrare stabilmente nel dibattito pubblico.
Il ministro Ferjani lo ha ricevuto “per la sua capacità di innovare e rafforzare il sistema sanitario tunisino, con una visione rivolta sia all’efficienza organizzativa che all’equità sociale. Sotto la sua guida sono stati avviati programmi di riforma ospedaliera, progetti di digitalizzazione dei servizi e strategie mirate a migliorare l’accessibilità alle cure su tutto il territorio nazionale”.
Giordano, punto di riferimento nella ricerca biomedica e nella lotta contro il cancro, ha ricevuto il premio “per aver contribuito in modo decisivo alla comprensione dei meccanismi di controllo del ciclo cellulare e alla genetica dei tumori. Da anni richiama l’attenzione sui legami tra inquinamento, degrado ambientale e incidenza tumorale. Al professor Laxminarayan, una delle voci più autorevoli a livello mondiale nella lotta contro l’antibiotico-resistenza, consulente di Governi, organizzazioni internazionali e istituzioni accademiche, è stato riconosciuto “il coniugare epidemiologia, economia e politiche sanitarie, mostrando come l’uso responsabile degli antibiotici e l’innovazione terapeutica siano fondamentali non solo per la salute delle persone, ma anche per quella degli animali e dell’ambiente”.