Salute, il ruolo della Dieta mediterranea: un’arma potente contro i batteri “cattivi” 

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La dieta mediterranea fa bene alla salute, soprattutto se con alimenti biologici. Nel microbiota (il nostro ‘secondo cervello’) aumentano di un quarto i batteri antiossidanti, mentre i batteri pro-ossidanti si riducono della metà: diminuisce l’infiammazione generale dell’organismo, si abbassa il rischio cardiocircolatorio. È la conclusione della ‘prima tappa’ dello studio su volontari sani condotto dall‘Università di Roma Tor Vergata e guidato dalla Prof.ssa Laura Di Renzo, che si distingue per un’importante e dettagliata raccolta di dati sulla salute, sui valori nutrizionali dei cibi e sulla loro impronta ambientale. La ricerca, diffusa attraverso la campagna social Il Bio dentro di Noi, promossa da FederBio, AssoBio e Consorzio Il Biologico, si è concentrata sul microbiota intestinale, il nostro “secondo cervello”, evidenziando risultati inediti sul suo miglioramento.

“Mangiare bio riduce l’esposizione a pesticidi e rafforza le difese naturali del corpo”, spiega Di Renzo. “Le mie ricette nascono per rendere questo stile di vita accessibile e appetitoso”. Sul piano della sostenibilità, inoltre, la dieta bio riduce l’impronta idrica da 64.475 a 44.705 litri per persona in un mese – 250 docce in meno – e l’impronta carbonica da 40,25 a 38,13 kg di CO2 equivalenti. Secondo lo studio, la dieta bio mediterranea aumenta fino al 25% i batteri antiossidanti – i ‘buoni’ – nel microbiota, mentre i batteri pro-ossidanti si riducono fino al 50%, abbassando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e tumori grazie a un effetto immunomodulante e detossificante. La qualità dei grassi migliora: l’indice di aterogenicità si dimezza (da 0,29 a 0,16) e quello di trombogenicità passa da 0,42 a 0,20. La capacità antiossidante del pasto quadruplica, passando da 5.870 a 20.573 unità ORAC, contrastando l’invecchiamento cellulare. I risultati derivano dal protocollo IMOD (Italian Mediterranean Organic Diet), realizzato dal Dipartimento di Biodinamica e Prevenzione di Tor Vergata nell’ambito del progetto MOOD, finanziato dal Ministero della Salute. La campagna ha seguito due volontari, Tatiana e Dario, i cui dati riflettono la tendenza generale: più batteri ‘buoni’ (Firmicutes), meno batteri pro-infiammatori (Bacteroidetes) tra il 5% e il 50%, e una perdita di circa un chilo di peso. Tra pochi mesi sarà inoltre disponibile la comparazione tra la dieta mediterranea convenzionale e la stessa dieta mediterranea ‘in biologico’, frutto della sperimentazione dell’Università di Tor Vergata.