“Che sia davvero festa, festa nel cuore, una festa che chiede il desiderio della pace nella nostra vita, in questa città, nella nostra terra”. Queste le parole pronunciate dall’arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia, subito dopo l’annuncio dell’avvenuta liquefazione del sangue di San Gennaro che era già sciolto nel momento in cui l’ampolla è stata prelevata dalla teca situata nella Cappella Di San Gennaro in Duomo.
“Questo sangue non è un oracolo da consultare e ancor meno un oroscopo cittadino la cui funzione è quella di predire sventure o fortune per la città. No, la reliquia che veneriamo è semplicemente un segnale stradale, un indice puntato che rimanda alla necessità, all’urgenza, all’esigenza di seguire in modo radicale il Vangelo di Cristo, lasciandosi attrarre senza riserve dalla sua bellezza liberatrice, ascoltando con cuore e mente aperta la sua Parola di vita e di speranza” ha detto l’arcivescovo durante l’omelia.
“Credo che il vero miracolo – ha aggiunto si realizzerà il giorno in cui questo sangue sarà per sempre duro, compatto, coagulato. Si, credo che il vero miracolo avverrà quando la giustizia bacerà la pace, quando il bene sovrasterà il male per sempre, quando la buona notizia di Gesù Cristo prosciugherà il dolore del mondo, illuminerà definitivamente il buio, porterà a compimento ogni cosa, entrerà così profondamente nel cuore degli uomini e delle donne che le loro parole, le loro azioni, i loro pensieri saranno solo bene, bontà, bellezza”.
In attesa di quel giorno “la testimonianza di amore e di fede del sangue di Gennaro è qui ad indicarci una strada possibile, un ricominciamento necessario, la necessità urgente di prendersi cura delle ferite, di fermare il fluire del sangue, di tamponare le emorragie spirituali, interiori, materiali, relazionali, sociali che attanagliano la nostra terra, i nostri cuori”.