San Giuseppe Vesuviano, avvocato aggredito e minacciato con una pistola nel suo studio

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Lo hanno aggredito e minacciato con una pistola distruggendo il computer e portando via il cellulare. È quanto accaduto – come riferisce il Mattino – all’avvocato Andrea D’Alia vittima di una violenta aggressione nel suo studio legale di San Giuseppe Vesuviano. Le due persone che hanno fatto irruzione rappresentavano la parte sconfitta in un’udienza relativa al fallimento di un supermercato nel Napoletano. D’Alia è stato anche minacciato con una pistola, come ha denunciato ai carabinieri. “Incondizionata vicinanza” viene espressa, attraverso un comunicato, dal presidente dell’Ordine degli avvocati di Nola Domenico Visone, a nome di tutti colleghi, ad Andrea D’Alia, “stimato ed apprezzato collega, vittima di una violenta e feroce aggressione subita all’interno del suo studio lo scorso 21 novembre”.
Secondo quanto sottolinea Visone, D’Alia è stato aggredito da “un nugolo di balordi”, i quali, “ritenendo di farsi giustizia da sé ed imputando ad D’Alia di aver ‘egregiamente difeso’ le ragioni del proprio assistito (con la sconfitta dunque in udienza della parte avversa, ndr), lo hanno dapprima minacciato con una pistola, poi violentemente pestato ed al fine tentato di strangolarlo, nel contempo distruggendo gli strumenti informatici presenti ed altresì sottraendogli il telefonino”. “Si condanna il gesto di viltà perpetrato ai danni del Collega, la cui azione – continua la nota – a presidio dell’interpretazione ed applicazione della legge, è stata repressa nella violenza più inaudita, sferrata ai danni di un uomo mite, intelligente ed amorevole esecutore del proprio munus di difensore, svolto con la diligenza propria di chi è consapevole ed attento destinatario della fiducia altrui”. “Ad Andrea – è scritto ancora nel comunicato – ed a tutti i suoi cari va, in un momento così difficile, l’abbraccio più forte di tutti i colleghi, con l’auspicio che vengano al più presto puniti i colpevoli degli odiosi e tracotanti atti da egli subiti, azioni indegne di un Paese civile e frutto del bieco e cieco convincimento che il sopruso anneghi la libertà degli altri, che da sempre si alimenta e si sostanzia nella supremazia della Legge, quella stessa Legge che Andrea ha ed avrà nobilmente ed onestamente a servire”. “Combattiamo tutti, insieme ad Andrea ed a tutte le forze libere, perché l’inciviltà finisca, perché la tracotanza perisca sotto i colpi e la scure della Giustizia, perché l’odio ceda il passo alla ragionevolezza, perché la Legge, unico e supremo regolatore di vita, conduca le menti libere a vincere l’oscurantista bruttura della violenza”, conclude Visone.