Sangue “giovane” per proteggere il cervello: nuovo studio sul Parkinson

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Usare il sangue “giovane” per riportare indietro le lancette dell’età, migliorando la salute dei pazienti anziani e proteggendo il cervello dal declino cognitivo. E’ il sogno inseguito da un gruppo di scienziati della Stanford University negli Usa, che vorrebbero mettere alla prova questa strategia in una sfida contro la malattia di Parkinson. In precedenti esperimenti i ricercatori avevano somministrato a topi in età più avanzata iniezioni di sangue prelevato da “colleghi roditori” più giovani, ottenendo risultati positivi, cioè un miglioramento sul fronte del declino cognitivo. Uno di questi scienziati ha ora co-fondato una nuova società che punta a trattare pazienti anziani colpiti da Parkinson con alcune componenti del sangue umano di persone giovani, secondo quanto riporta il “Daily Mail” online. L’azienda biotech si è posta la missione di identificare fra le migliaia possibili quella componente in grado di esercitare l’effetto “ringiovanente”, e di svilupparne una versione sintetica superando il limite della disponibilità di ‘materia prima’, cioè di sangue giovane.