Sanità, in Campania a rischio 2mila biologi dei laboratori privati

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Entro la prossima settimana circa 2mila biologi dei laboratori privati accreditati in Campania riceveranno lettere di licenziamento. A lanciare l’allarme sono Elisabetta Argenziano, presidente di Federbiologi, e Silvana Papa vicepresidente nazionale di Confapi. “I laboratori privati accreditati – denunciano – finiranno nel caos e non comprendiamo perché la Regione Campania abbia scelto di metterci in ginocchio, generando uno dei più gravi allarmi sociali che la regione ricordi”. La denuncia arriva dopo mesi di protesta da parte dei biologi “per cercare – spiegano – di sopravvivere a una riorganizzazione della rete dei laboratori considerata ingiusta e priva di alcun senso”. In una nota, le organizzazioni affermano che “se si arriverà, come previsto, a tenere solo 12 unità accreditate, con una dimensione media di 380mila prestazioni, i licenziamenti saranno moltissimi”. I numeri riferiti dicono che a perdere il lavoro saranno 579 direttori responsabili rispetto ai 679 che oggi lavorano, cui si aggiungono circa 479 tecnici di laboratorio. Con loro sono a rischio anche quanti ricoprono i ruoli di collaboratore professionista, di collaboratore amministrativo, gli addetti ai prelievi e alle pulizie. Secondo i dati forniti, complessivamente i posti a rischio sono quasi 3500. “Tutto questo – spiegano Argenziano e Papa – senza alcun beneficio economico al sistema Sanità, ma anzi con un drammatico impoverimento del tessuto sociale ed economico regionale. Senza considerare – proseguono – i disagi per i cittadini che vedranno calare ancor più le capacità di risposta nei confronti delle loro istanze di salute”. Una situazione che – evidenziano le rappresentanti di categoria – potrebbe essere evitata se “la Regione scegliesse di prendere in esame il modello rete contratto deliberato dalla regione Basilicata e in corso di applicazione anche in Calabria”.