Sanità, ricerca della Federico II: in Campania lunghe attese e poche risorse

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Quale è lo stato della sanità in Campania? Ad oggi si è di fronte a “una difficile situazione attuale”, frutto di politiche sanitarie del passato, dei tagli alla spesa intervenuti negli anni come richiesta di razionalizzazione. Sono gli elementi di riflessione contenuti nel volume “Salute, sanità e diseguaglianze sociali”, ricerca condotta da Giustina Orientale Caputo, del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli, insieme con Giuseppe Gargiulo e Gaia Baccaro, in collaborazione con la Cgil Funzione Pubblica Campania. Sono molti gli elementi da tenere “sotto controllo” nel descrivere lo stato di ‘salute’ della sanità campana. La Campania – viene evidenziato – ha raggiunto il ripiano del debito dal punto di vista finanziario contabile, ma è un obiettivo raggiunto con “non pochi sacrifici: perdita netta di 15mila professionisti tra medici e infermiere, tagli al personale della farmaceutica, aumento delle tasse locali tra cui Irap, Irpef e bollo auto a valori massimi”. Guardando al Sistema sanitario nazionale, che è punto di partenza per affrontare il nodo Campania, sono due i nodi cruciali, secondo la ricerca, che vanno affrontati: da un lato le difficoltà finanziarie, dall’altro l’aumento della pressione e della domanda sanitaria, frutto del miglioramento e dell’allungamento della vita media. A livello nazionale, la spesa sanitaria complessiva, a partire dal 2011, è diminuita; la spesa sanitaria pro-capite, nonostante un aumento dell’1,28% tra il 2014 e il 2015, è ancora a livelli inferiori rispetto al periodo prima della crisi. Ed è su questo fronte che sono state registrate “forti differenze interregionali” tra spesa pubblica e Pil e, di conseguenza, il rapporto tra stato di salute della popolazione e spesa sanitaria per cittadino. I forti divari territoriali si esprimono rispetto alle risorse disponibili, alle condizioni di salute, alle diverse performance. Così, per esempio, tanto dal rapporto Osservasalute 2016, “nel 2015, la spesa sanitaria procapite è molto più elevata a Bolzano e decisamente inferiore nel Mezzogiorno. Anche rispetto ai temi di attesa per una prestazione e la spesa sanitaria, si va dalla Valle d’Aosta che ha una performance di 21,2 giorni di attesa media con una spesa di 2906 euro, alla Campania con 70 giorni di attesa media e una spesa di 1949 euro. Non è però, questa, l’ultima regione della classifica perché il ‘primato’ è detenuto dal Lazio con 82,54 giorni di attesa media e una spesa di 2461 euro. Da attese troppo lunghe per le prestazioni mediche, soprattutto specialistiche, deriva che i cittadini si rivolgono ad altre regioni, e in questo caso si parla di ‘fuggiaschi della sanità’, o a strutture private. Le disparità territoriali si riflettono anche nella speranza di vita media. Gli indicatori presi a esame indicano un peggioramento della buona salute soprattutto nel Mezzogiorno, e ovviamente la Campania è tra le zone interessate.