Sanità troppo cara, al Sud il 41% sceglie prestazioni in nero

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Lunghe liste di attesa nella sanità pubblica e costi proibitivi in quella privata. Per questo quasi una famiglia su due rinuncia alle cure. Maglia nera per il Meridione, soprattutto per le prestazioni in nero: il 41 per cento degli intervistati ha ammesso di averle scelte. È quanto emerge dal Bilancio di sostenibilità del Welfare italiano del Censis e dalle ricerche delle associazioni dei consumatori realizzate per il forum Ania-consumatori. I cittadini inoltre pagano di tasca propria il 18 per cento della spesa sanitaria totale: oltre 500 euro procapite all’anno. Con una popolazione che invecchia sempre di più, 3 milioni di italiani non sono autosufficienti, con una spesa annua per le famiglie di circa 10 miliardi. Il 78 per cento dei cittadini, inoltre, è favorevole a un’assicurazione per affrontare questo problema. Mentre il 53,6 per cento dichiara che la copertura dello stato sociale si è ridotta.


Riabilitazione e tetti di spesa: nuovo braccio di ferro tra i centri erogatori accreditati e le Asl: “Mentre il presidente della Regione Vincenzo De Luca assicura la disponibilità della struttura commissariale a garantire costanti relazioni istituzionali nel segno della stabilità di sistema, chiarezza e semplificazione delle regole – dice Pierpaolo Polizzi, portavoce del coordinamento che raggruppa Aspat, Aiop, Anisap, Anpric, Confapi, Confindustria Sanità e Fras – gli uffici procedono in direzione diametralmente opposta”. Dagli uffici della Regione, e da qui alle Asl, nei giorni scorsi è partita la richiesta di sottoscrizione ad horas dei contratti che regolano i rapporti tra centri sanitari e le Asl territoriali. “Lo scoglio sorge però nel fatto che la Regione e le Asl hanno ignorato il traguardo raggiunto a maggio scorso con il decreto 49 – avverte Polizzi – riesumando due decreti Commissariali ormai superati (153 e 155 del dicembre del 2014) in barba alla corretta determinazione tariffaria sancita dal Consiglio di Stato”. I centri di riabilitazione campani si riservano perciò di organizzare, a novembre, una mobilitazione presso i ministeri competenti e le sedi parlamentari.


Inaugurato a Napoli uno studio medico gratuito per le persone più bisognose. Nella chiesa di San Tommaso a Capuana, in via dei Tribunali, è stata recuperata una struttura in disuso da circa 30 anni: Una trentina di professionisti e specialisti in varie branche della medicina, si metteranno a disposizione gratuitamente per visite e consulenze in uno studio dotato di apparecchiature per il primo soccorso, compreso un defibrillatore. L’iniziativa, a uso esclusivo dei poveri della città, avviene con le donazioni dell’Istituto Banco di Napoli – Fondazione e della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli. A gestirlo, sarà l’associazione Sisto Riario Sforza. “L’importante è che questo centro possa rappresentare una risposta immediata ad alcune esigenze e un link con strutture che possono offrire analisi e altro al di là delle burocrazie del Sistema sanitario nazionale” dichiara Adriano Giannola, presidente della Fondazione di Comunità del Centro Storico di Napoli.