Sannino pensa a Usa e Giappone per la sua nuova collezione

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“Per un motivo di orgoglio e di appartenenza, vogliamo mantenere il nostro legame con il territorio, far capire da dove veniamo e quale è la nostra tradizione. Il marchio, una realtà orgogliosamente artigianale-familiare, è nato con la PE 2017, ma si è trattato solo di una primissima collezione flash, non completa, che sta arrivando solo ora nei negozi, la quale è servita soprattutto perché avevamo la necessita di capire quali fossero i giusti automatismi da rodare per poter partire”, dice a FashionNetwork Alessio Sannino, ceo della A.G.M. s.r.l. di San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) che produce il brand Sannino Napoli. Reduce da una produzione per 40 anni soprattutto come contoterzisti per grandi marchi, l’azienda napoletana realizza quasi esclusivamente giubbotteria, in particolare in pelle. Possiede un ufficio stile al proprio interno e collabora con un altro negli USA, rivolto più al mercato estero. “Abbiamo visto che la fascia prezzi e il posizionamento sul mercato del nostro prodotto non si concilia tanto con il mercato italiano, che non è di altissima fascia, mentre trova un posizionamento corretto nel mercato statunitense e giapponese in primis, e anche in quello russo. Giappone e USA sono i nostri mercati di riferimento ed è a loro che stiamo cercando di rivolgerci, anche se al Pitti Uomo abbiamo avuto contatti pure col Nord Europa (ancora da impostare). Nessun contatto invece dai buyer italiani”, continua Alessio Sannino.

“Abbiamo una selezione di materie prime di altissima qualità, con un’elevata cura dei dettagli e degli accessori. Vendiamo i nostri articoli fra i 1.500 e i 3.000 dollari negli States a seconda anche delle combinazioni di pelli e tessuti o al tipo di lavorazione degli interni dei capi. La media è di 2.000 dollari a negozio”, continua il ceo. “Il cliente ha la possibilità di scegliere qualità di pelle (suede, nappa, cervo, shirling…), interni e accessori. Per i capi che utilizzano tessuti (come versioni in cotone, lana e in cashmere) abbiamo preso gli stessi nostri modelli, ma con una selezione di quantitativo minimo, di piccole scelte, per far sì che si mantenesse la stessa qualità e riconoscibilità di un capo in pelle”.
“Abbiamo una selezione di clienti medio-alti. Vorremmo sfruttare il fatto che essendo noi produttori e non avendo tanti passaggi tra la produzione e lo store possiamo abbattere alcuni costi finali”, fa sapere il massimo dirigente dell’azienda partenopea, che ha anche uno showroom negli Stati Uniti, mentre in Giappone ha aperto un contratto di agenzia con una società che gestisce uno showroom dedicato anche a Sannino Napoli.
La collezione per il prossimo AI 2017/18 presentata al Pitti Uomo si compone di 15 modelli di capispalla maschili, con una parte (8) di questi realizzati anche in versione femminile. “Nasciamo eminentemente come produzione di capi maschili, ma dalle esperienze che abbiamo maturato negli ultimi mesi abbiamo riscontrato che i nostri capi realizzati in versione femminile ci danno un certo ritorno, soprattutto in Giappone. Per il momento comunque tutta la ricerca e gli studi sono fatti sulla linea maschile. Non faremo comunque mai produzione di massa”, prosegue il CEO.
“Il fatturato 2016 di Sannino Napoli è stato attorno ai 3 milioni di euro, ma in forte ascesa, mentre la nostra attuale distribuzione è fatta attraverso dei multimarca. L’obiettivo per la fine del 2017 è innanzitutto di riuscire ad introdurre il marchio Sannino in quei 10 store o catene importanti che ci stanno già dando dei ritorni con il flash della primavera-estate, per poi incrementare decisamente questo numero nel 2018”, conclude Sannino.