Con Sapore di Vino la vendemmia in Campania è 2.0: una startup in aiuto dei viticoltori

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In foto il dispositivo a infrarossi "Sapore di vino", in grado di monitorare tutto il percorso di produzione del vino, dalla vendemmia all’imbottigliamento),

È la Campania la prima regione d’Italia a sperimentare con successo Sapore di Vino (un “occhio a infrarossi” in grado di monitorare tutto il percorso di produzione del vino, dalla vendemmia all’imbottigliamento), dispositivo messo a punto da un gruppo di ricerca dell’Università Niccolò Cusano e dell’Università La Sapienza di Roma per far diventare 2.0 il lavoro dell’agronomo. L’azienda irpina “Cantina Moronia”, guidata da Gianfranco Grieci (presidente della Federazione agricola italiana), ha avviato un progetto pilota che presto coinvolgerà altre aziende campane. Dopo la presentazione alla Regione, si punta a estendere l’uso di Sapore di Vino ad altre realtà. Un’opportunità per viticultocri ed enologi, che potranno lavorare insieme ai ricercatori universitari per calibrare il nuovo strumento a seconda delle necessità.
Ma in che cosa consiste questa rivoluzione? I due atenei hanno realizzato un dispositivo portatile capace di indicare quali sono i tempi giusti per la raccolta dell’uva, qual è lo stato di salute della vigna e come poter intervenire per ridurre al minimo l’impiego di sostanze chimiche. Un sistema amico dell’ambiente che permetterà anche un significativo risparmio economico.
A lavorare al progetto due team dalle competenze diverse e trasversali. Da una parte la squadra del professor Roberto Li Voti e del professor Alessandro Maurizi, esperti di tecnologie ottiche, fototermiche e fotoacustiche della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale della Sapienza. Dall’altra il gruppo di Alessandro Niglia e Leslie Fadlon, dottorandi in Governance and Management for Business Innovation della Facoltà di Economia della Unicusano.
Lo strumento si basa sul principio fisico della spettroscopia visibile e infrarossa. Il proprietario di un’azienda potrà andare in vigna, spremere sul dispositivo un piccolo concentrato di succo d’uva e illuminarlo. Tramite il colore dominante sarà possibile determinare se ci sono molecole particolari come tannini, antociani, flavonoidi, ossia tutti quegli elementi che indicano la maturità fenolica e quindi il momento più adatto per la vendemmia.
L’apparecchio, attraverso analisi ripetute ogni tre giorni da settembre a ottobre, consente inoltre di disegnare una curva temporale di maturazione pianta per pianta, varietà per varietà. A dare il via libera definitivo per la raccolta sarà una sorta di semaforo verde. “Il prototipo è in realizzazione e sarà completato nel primo semestre di quest’anno”, afferma la dottoressa Leslie Fadlon. “Rispetto ai competitor il nostro dispositivo è più piccolo, meno costoso e fornisce una risposta immediata. È anche personalizzabile, dal momento che possiamo andare nelle aziende e studiare insieme a loro ciò di cui hanno bisogno facendo rilevazioni sul campo e regolandolo a seconda delle esigenze”.
Con il nuovo strumento diminuiranno anche le spese: “In genere, se una ditta vuole analizzare la qualità delle proprie vigne, deve prendere i grappoli d’uva e portarli in un laboratorio per le analisi”, aggiunge il professor Li Voti. “Questo richiede tempi dilatati che possono rallentare il lavoro e costi notevolmente più alti, poiché, se un viticoltore ha dieci varietà diverse, deve pagare le analisi per ciascuna delle tipologie”.
L’attenzione intorno a questo rivoluzionario dispositivo sta crescendo giorno dopo giorno. La startup ha già avuto diversi riconoscimenti a livello nazionale: dal premio ‘Startup Initiative’ messo a disposizione dal gruppo Intesa Sanpaolo Innovation Center, alla menzione speciale Regione Lazio (Lazio Innova) in occasione della competizione di Unindustria ‘Unirsi per l’Impresa’ passando per il secondo posto al Premio Innovazione della Fiera di Grottaferrata.