Sappiamo solo non affrontare la realtà

C’è la triste impressione che la crudeltà, le tragedie e gli scandali servano solo a ravvivare l’interesse, ormai scaduto, per i talk show. Il dibattito sarebbe C’è la triste impressione che la crudeltà, le tragedie e gli scandali servano solo a ravvivare l’interesse, ormai scaduto, per i talk show. Il dibattito sarebbe interessante se suggerisse soluzioni. Non ci sono idee. Ci limitiamo a scandalizzarci per decapitazioni che vengono mostrate in continuazione, per un ministro che si dimette e altri che dovrebbero ma resistono in carica, per stragi di innocenti, per donne violentate, per ruberie impunite. Poi, non succede niente. Né parlamento né governo intervengono, come se non li riguardasse. Gli interessa durare il più a lungo possibile. La vita della povera gente è secondaria. L’ISIS si fa più minacciosa e siamo tutti preoccupati, tranne chi dovrebbe proteggerci. Avremmo due ministri degli Esteri, uno alla Farnesina, l’altra in Europa. Ma, in realtà, siamo senza. Al Viminale c’è un inadeguato ministro che diffonde inutile allarmismo. Mentre il premier in TV ci rassicura solo a parole. A parte le inique riforme che limiteranno notevolmente la nostra democrazia, non sembra interessato ad altro. A Tunisi le prime vittime italiane: i terroristi non lo sapevano. L’unica iniziativa, improvvida, l’ha presa la Pinotti, inviando 500 militari – specialisti istruttori – in Siria. Un numero molto esiguo e inutile, che, però, ci coinvolge in un’aggressione di cui l’Italia non è il bersaglio. Pur vivendo un periodo di pace, il ministro della Difesa è già della Guerra, perché i mediocri sanno reagire solo con la violenza. Per la mediazione ci vogliono politici raffinati. Per ora purtroppo non ne abbiamo. La nostra intelligence, per fortuna molto attiva, vigila. Ma è solo una difesa che non risolve il problema. Aspettiamo rassegnati la prossima strage. Non siamo neppure in grado di chiedere all’ISIS che cosa vogliono. Magari, il negoziato è meno oneroso di quanto temiamo. Lo scartamento ridotto era più veloce Se c’è un servizio che da noi funziona è l’alta velocità. Non si sentiva il bisogno di un gruppo di industriali che entrasse in concorrenza e creasse una ferrovia parallela a quella che già esiste. Stesse tariffe, medesimi percorsi: cambia solo il colore delle vetture. Un inutile doppione. Carente, invece, dalle Alpi alla Sicilia, proprio a livello umiliante, sono i trasporti locali. Non se n’è mai accorto nessuno, tranne i pendolari che ne soffrono ormai rassegnati. Non protestano neppure, per risparmiare le energie da usare durante il faticoso tragitto quotidiano. Per coinvolgere il parlamento, dopo tanti anni di disagi, abbiamo dovuto attendere l’elezione di un giovane deputato di Busto Arsizio. Ivan Catalano si è accorto del grave problema e sta preparando un disegno di legge, e anche dell’esistenza del partito liberale al quale ha aderito. Se lo stato fosse presente avrebbe offerto ai geni del duplicato veloce un’alternativa più conveniente e utile: la gestione del trasporto regionale. L’On. Catalano è stato il primo a notare che per percorrere in treno i 130 km da Roma a Cassino si impiega mediamente 2h20. Non serve neppure l’alta velocità. Sarebbe sufficiente un servizio regolare. Come pure nel resto d’Italia. Ne guadagnerebbe soprattutto l’economia – si arriva spossati, ogni giorno, sul posto di lavoro – e la dignità del paese. Mezzo secolo fa c’era ancora la ferrovia a scartamento ridotto. Oggi il trasporto è ancora più lento. Denigratori di se stessi Salvini è sbarcato addirittura in Sicilia. Credeva di essere accolto a fischi. Invece, ha trovato subito tanti sostenitori bisognosi. C’è persino chi si candida già alle elezioni amministrative. In consiglio comunale rappresenterà gli interessi della Padania e magari diventerà razzista contro se stesso, visto che i nuovi padroni lo disprezzano. Non mancheranno coloro che voteranno per chi gridava Forza Etna, incitando il vulcano a sommergere l’isola di lava. Diventeranno euroscettici senza prevederne le conseguenze e dovranno rinunciare anche all’umanità, unica dote che li ha sempre distinti dagli altri. Non potranno più accogliere i migranti che sapevano di sbarcare in un paese ospitale. Ora dovranno respingerli in mare. Da secoli è pronto a prostrarsi a qualsiasi colonizzatore questo povero Sud con poca memoria e, quindi, senza troppa dignità. Oggi rubare è lecito Se ne avete la versatilità o la voglia repressa, sappiate che adesso in Italia è possibile rubare senza finire in prigione. Per non incorrere nel reato più grave di associazione a delinquere, agite da soli o con un amico fidato. Non più di due. Sarete denunciati e solo tra qualche anno processati. Tra lungaggini processuali, che il più delle volte fanno scattare la prescrizione, e le possibili amnistie, sarà molto difficile che siate condannati. Questa, ovviamente, non è un’istigazione, ma una semplice informazione. Per venire incontro a molti italiani che vogliono imitare chi è al potere, il governo ha depenalizzato alcuni reati e abolito l’arresto per altri. Il parlamento esegue ubbidiente. Il fatto è che le carceri sono congestionate. Quindi, non possiamo continuare a riempirle. Invece di costruirne di nuove, si lasciano fuori i delinquenti. C’è tanto bisogno di giustizia che qualcuno spara e si sostituisce allo stato. Se uccide ne fanno un eroe. Il 50% degli italiani, di destra e di sinistra, non vanno a votare perché hanno capito che la democrazia è in regresso e le elezioni sono una burla. Tanto, poi, chiunque vinca, per governare si mette d’accordo con l’avversario.