Scaccabarozzi (Janssen): ‘Dopo Covid più fiducia in aziende e ricerca’

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(Adnkronos) – “Nell’Italia post-Covid i cittadini hanno più fiducia nelle imprese del farmaco e nella ricerca. Inoltre, gli italiani hanno capito il valore dell’innovazione. Questo è un segnale rivolto agli addetti ai lavori. Sono passati poco più di 2 anni dall’arrivo del Covid, un breve tempo per lo sviluppo sanitario, ma nonostante tutto in Italia sono stati distribuiti più di 135 milioni vaccini, oltre il 90% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e siamo tra i Paesi che hanno portato avanti la campagna vaccinale più intensa rispetto ad altri. Tutto questo è successo in 2 anni, ma non era poi così scontato. E’ successo perché c’è stato un grande impegno nella ricerca, c’è stata una grande collaborazione tra pubblico e privato, ma anche nella comunità scientifica. E proprio il rapporto pubblico-privato ci ha insegnato che senza non ci sarebbe la ricerca e non avremmo ottenuto il grande risultato dei vaccini”. 

Così Massimo Scaccabarozzi, presidente di Janssen Italia e Head of External Affairs Johnson & Johnson Italia, intervenendo alla presentazione del rapporto realizzato da Censis in collaborazione con Janssen Italia sulla sanità nel nostro Paese, in occasione della prima edizione di ‘The Italian Health Day’, che si è tenuto oggi a Roma.  

“Sono rimasto colpito da alcuni dati emersi dal rapporto – ha evidenziato – soprattutto quelli relativi alla fiducia che gli italiano nutrono nei confronti dei ricercatori scientifici (90,9%), delle imprese del farmaco (66,4%) e dei farmaci (89,5%). Da sottolineare che il 90,1% ritiene essenziale una stretta collaborazione tra Stati e imprese del farmaco nella ricerca e nella sperimentazione scientifica, e che il 93,7% considera la spesa pubblica per la ricerca in salute e sanità un investimento e non un costo. Tutto questo è il risultato di questi 2 anni”.  

Nel febbraio 2020, ha ricordato Scaccabarozzi, “stavamo facendo una vita completamente diversa, il Covid era qualcosa che ci riguardava da lontano perché ne sentivamo parlare in Cina. Sono passati 2 anni e qualche giorno, ma vediamo dove siamo oggi e i risultati fin qui raggiunti”. In questi 2 anni “non solo sono stati trovati i vaccini – ha rimarcato il presidente di Farmindustria – ma sono stati prodotti. Io mi ricordo che solo un anno fa venivo attaccato perché si voleva la produzione dei vaccini che sembrava non esserci, in realtà non era così. Serviva tempo. E i cittadini lo hanno capito. Io sono contento e orgoglioso di questa fiducia nelle imprese che sta andando avanti, che sta crescendo. Sono orgoglioso della fiducia nei farmaci anche se sono un male necessario, quindi meglio non abusarne”.  

“Ormai oltre il 90% della ricerca che si fa sui farmaci proviene dall’industria – ha ricordato Scaccabarozzi – quindi l’industria in questo momento è riuscita a farsi comprendere come un partner strategico. Non solo. Io cito l’esempio dei vaccini, ma citiamo anche un altro esempio: in questi 2 anni non ci sono stati solo i malati di Covid, ma ci sono stati tutti gli altri pazienti ai quali non sono mai mancati i farmaci, perché grazie a una presenza industriale nel nostro Paese molto forte e molto importante non abbiamo fatto venire meno le cure ai pazienti non Covid che queste cure le stavano aspettando, attraverso tutta una serie di procedure che abbiamo messo in atto con le istituzioni”. 

Secondo il presidente di Janssen Italia, “gli italiani hanno compreso il valore della ricerca perché se stiamo uscendo da questa fase difficile è grazie alla ricerca. Sul sito dell’Oms ci sono più di 330 progetti di vaccino nel mondo. Quanti ne sono arrivati? Cinque. Questo vuol dire una sola cosa: che la ricerca è un percorso difficile, complesso e costoso, ma non dà garanzie di risultato se non quando si arriva alla fine. E la ricerca è fondamentale. Noi prima della pandemia, grazie ai risultati della ricerca negli ultimi 50 anni, guadagnavamo un mese di vita ogni 3. Con il Covid abbiamo perso mediamente 14 mesi di vita. Ci sono regioni italiane dove l’aspettativa di vita si è ridotta di oltre 40 mesi, un numero incredibile, e parliamo solo dell’impatto del Covid. Quindi anni buttati via perché mancava la risposta al Covid”. 

Del rapporto Censis, Scaccabarozzi si è detto colpito anche dal razionamento sanitario “perché – ha osservato – noi oggi abbiamo la pandemia da Covid, ma nei prossimi anni probabilmente vivremo un’altra pandemia, quella del cancro. Pensate a tutti gli screening non fatti, ai milioni di visite non effettuate, alle centinaia di migliaia di interventi saltati. Quindi la prevenzione, l’appropriatezza della terapia, la cura anticipata, cosa comporterà in termini di aspettativa di vita. Ancora una volta va sottolineato il valore della ricerca”.  

“Noi lo sappiamo bene. Per la nostra azienda – ha precisato il presidente di Janssen Italia – l’innovazione e la ricerca sono nel Dna: abbiamo 18 molecole considerate dall’Oms come farmaci essenziali, sappiamo bene cosa vuol dire e non ci siamo mai fermati. E siamo un’azienda che investe 12 miliardi all’anno in ricerca, pari al 23% del fatturato totale. Non è una cifra irrisoria. Ma la ricerca produce quell’innovazione e quel valore per la salute che non può essere più solo un valore legato al prodotto, che è il risultato finale della ricerca. Il Covid ha dimostrato che dobbiamo trovare nuove modalità di portare quest’innovazione al paziente, come la telemedicina e le cure a domicilio”. 

Infine, Scaccabarozzi ha posto l’accento sull’importanza di cure sempre più su misura: “La ricerca sta andando sempre di più verso la personalizzazione delle cure. Di tutti i farmaci che ci sono in sviluppo oggi nel mondo, oltre il 50% sono terapie personalizzate. In aree come l’oncologia, siamo a oltre il 70% di terapie personalizzate”.