Schizofrenia, dalla Campania la spinta sui farmaci di lunga durata

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Il loro grande sogno è la libertà. Libertà di organizzare il proprio tempo, di immaginare un futuro, di avviare nuovi progetti. Ma nella realtà quotidiana i pazienti con schizofrenia e malattia psicotica convivono soprattutto con il peso di una terapia da non saltare mai per evitare una ricaduta, un nuovo episodio psicotico che comporta il ricovero e fa crollare con un soffio il castello della vita faticosamente ricostruito. In anni recenti, però, la cura delle psicosi è cambiata grazie all’avvento dei LAI – Long Acting Injectables, farmaci a lunga durata d’azione, che permettono intervalli di somministrazione più lunghi rispetto ai farmaci orali e grazie ai quali il paziente non è più condizionato dall’assunzione giornaliera della terapia. “Il recupero del paziente con schizofrenia è diventato nel corso degli ultimi anni un elemento sempre più importante per noi psichiatri e prima ancora per i pazienti”, spiega Silvana Galderisi, docente ordinario di Psichiatria, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” e presidente della European Psychiatric Association (EPA). “Naturalmente la stabilità delle condizioni cliniche del paziente è un fattore indispensabile per la continuità e la completezza dei percorsi di reinserimento. Pertanto la disponibilità di trattamenti farmacologici che migliorano l’aderenza alla cura rappresenta un importante tassello della strada per il recupero. I farmaci long-acting sono certamente un presidio importante in tal senso e uno schema di terapia che prevede 4 somministrazioni in un anno può essere gradito a molte persone, semplificare questo aspetto della cura e rispondere a svariate esigenze”. Spiega Andrea Fiorillo, docente del dipartimento di Psichiatria della “Luigi Vanvitelli”: “I familiari, in relazione al ruolo di supporto e assistenza continua, riportano molto spesso di sentirsi sovraccarichi, di non avere tempo da dedicare ai propri hobby e ai propri interessi, e di sentirsi in colpa per la situazione del congiunto. La possibilità di utilizzare farmaci a rilascio prolungato, con una somministrazione di 4 volte l’anno, potrà avere un impatto positivo anche sui caregiver riducendo il carico familiare e, quindi, il rischio di conflitti e problemi, soprattutto per quanto riguarda l’impegno quotidiano nel dover ricordare l’assunzione della terapia”. Il paliperidone palmitato a somministrazione trimestrale sarà prossimamente disponibile in Italia; è stato approvato dalla Commissione Europea a maggio 2016 per il trattamento della schizofrenia nei pazienti adulti in condizioni clinicamente stabili con paliperidone palmitato a somministrazione mensile.