Uno studio sulle onde sismiche su Marte ha suggerito un freddo mantello marziano circa 4,5 miliardi di anni fa. I modelli della mineralogia e della fisica dell’interno di Marte suggeriscono l’esistenza di un confine nel mantello profondo del pianeta, che separa il minerale olivina dalle sue forme ad alta pressione. Lo studio, pubblicato sui ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’, e’ stato guidato dalla Colorado School of Mines, un’universita’ pubblica di ricerca a Golden, in Colorado. Tra gli autori anche il ricercatore italiano, Domenico Giardini, del Politecnico federale di Zurigo (Eth). Quancheng Huang ed i suoi colleghi hanno analizzato i dati sismici di cinque terremoti registrati dalla missione InSight della Nasa ed hanno osservato la rifrazione delle onde sismiche separate in tre serie di onde a una profondita’ di circa 1.006 km.
Le onde rifratte derivano dall’interazione con un confine, o discontinuita’ sismica, associata alla transizione di fase dell’olivina a tali profondita’. Le onde rifratte sono coerenti con i modelli dell’evoluzione marziana che includono una crosta odierna che è 10-15 volte piu’ arricchita in elementi che producono calore rispetto al mantello sottostante. Inoltre, i risultati hanno suggerito che i mantelli sia di Marte che della Terra potrebbero avere temperature simili se estrapolati alle pressioni superficiali. Ulteriori caratteristiche delle onde sismiche dei terremoti hanno suggerito che il mantello marziano sia piu’ ricco di ferro del mantello terrestre. La profondita’ della discontinuita’ postolivina ha suggerito che solo due dei cinque modelli proposti per la composizione di Marte sono plausibili. Infine, la profondita’ della discontinuita’ e’ coerente con un flusso di calore superficiale attuale di 21-24 milliwatt per metro quadrato. I dati sismici e le simulazioni geodinamiche hanno suggerito un mantello marziano relativamente freddo circa 4,5 miliardi di anni fa.