Non tutto ciò che è oro luccica, come non tutto ciò che sembra vero lo è.
Basta poco per credere a quello che ci viene detto, ancor di più se crea situazioni spiacevoli a qualcuno con cui non abbiamo nessun contatto diretto, perché piace sempre sentirsi giudici in un mondo che non ci riguarda.
In fin dei conti tutto ciò che non ci riguarda ci rende liberi di commentare notizie o presunte tali con una leggerezza (e una cattiveria) che non useremmo di certo se riguardassero noi. Questo è ciò che chiamiamo scoop. Ma si può agire in questo modo senza avere alcuna considerazione delle persone coinvolte?
Asia Argento, attrice e madre, per fare un esempio, è stata accusata di stupro minorile; vero o non vero si sceglie sempre di credere a quello che crea chiacchiericci, tensioni e tanto altro. Chiunque se si sforzasse un minimo potrebbe mettersi nei suoi panni e capire la gravità di ciò che può comportare una cronaca del genere.
Può comportare l’alienazione lavorativa e sociale, la paura di perdere la stima di se stessa e quella dei figli e il tutto peggiora quando arrivano le offese da un mondo che la conosce solo attraverso gli schermi.
È triste pensare che queste offese possano influire in una situazione così delicata. Ma il mondo ormai funziona così: più alimenti critiche negative verso un soggetto, più questo acquista notorietà negativa perdendo la sua reputazione.
È giusto che, pur sapendo quanta importanza hanno le nostre critiche, si continui ad ‘’aggredire’’ qualcuno pur di sentirci importanti noi?
C’è chi ha combattuto per crearsi una vita lavorativa e personale e tutto viene compromesso a causa della nostra voglia sfrenata di giudicare. A partire da un abbigliamento poco consono fino ad arrivare al privato di rapporti sessuali, decisamente intimi e difficili da appurare nella loro presunta illiceità poiché possiamo avere certezza di qualcosa solo vedendola.
Il problema è che si è persa la voglia di appassionarsi a qualcosa di serio e personale per dare spazio ad argomenti facili da affrontare ma dei quali non ci interessa approfondire. Basta che qualcuno dia il via alla propria opinione e la massa segue a comando. Conta di più l’inclusione in una dimensione fasulla piuttosto che esprimere ciò che pensiamo realmente.
Un mondo virtuale, nel quale i cervelli si bloccano quando si inizia a digitare.