Scugnizzi in cella, quella visita di Maradona

132

Allora: evviva Angela Merkel?! Ci andrei cauto! Ci avesse pensato, insieme al fido Hollande, qualche mese fa, sarebbero stati evitati molti dei morti nel Mediterraneo. Già, ma allora il problema sembrava riguardare solo l’Italia e la bistrattata Grecia. Poi il pianto della bambina siriana in tv, che le chiedeva di vivere in Germania insieme alla sua famiglia, ma, più ancora, la foto straziante del piccolo Alan morto sulla spiaggia di Bodrum in Turchia, hanno fatto maturare l’opinione pubblica tedesca, umanizzandola. Qui Angela Merkel, con grande freddezza ed altrettanto tempismo, ha saputo prima interpretare, e rappresentare, questa svolta nei sentimenti dei Tedeschi e quindi cavalcarla, da autentica statista, gettando sul piatto, come si conviene ai forti, ben sei miliardi di euro per organizzare la integrazione di migliaia di “migranti” arrivati da ogni parte attraverso le frontiere aperte di Austria e Germania. E l’apertura sarà senza limiti di numero. Già ha garantito 500.000 profughi all’anno da accogliere e da integrare in un tessuto vecchio, come il nostro, per vitalizzarlo. Certo, le migliaia in marcia dalla ostile Ungheria verso Vienna hanno avuto un peso forte in quella decisione improvvisa, subito sostenuta da bellissime testimonianze di solidarietà e di generosa accoglienza da parte di migliaia di Tedeschi, entusiasti della scelta della loro Cancelliera. A fronte di tanta generosa apertura, meraviglia, ed impressiona, l’atteggiamento di chiusura di tutto il blocco dell’Est, capitanato da Ungheria e Polonia: proprio nei confronti di quelle Nazioni, l’Europa, e gli Europei, si comportarono ben diversamente al tempo della Cortina di Ferro. Poi, caduto il Muro di Berlino, ne favorirono lo sviluppo fino ad accoglierli, forse con qualche fretta di troppo di Romano Prodi, nella Unione Europea. Proprio quei Popoli, che erano chiusi da Muri e “Cortine”, ora alzano Muri e tessono fili spinati. Non proprio un bel vedere! Di cose ne sono accadute e ne accadranno, ma resta la vergogna della Francia contro i Migranti sugli scogli di Ventimiglia o su quelli di Calais: la Francia era stata, fin dal tempo dell’accoglienza agli esuli antifascisti, antesignana della ospitalità. Ora si fa scavalcare dalla Germania ed è costretta ad accodarsi: a guidarla è il socialista Francois Hollande. L’altro Francois, il grande Mitterand, si starà rigirando nella tomba!


Titolava il Mattina di lunedì 7 settembre “Napoli, il sangue sulla città”. Si riferiva agli ultimi fatti di una lunga catena di uccisioni e morti. Il procuratore Colangelo si era rivolto alle madri di questa nuova e sanguinaria generazione di criminali, organizzati in mille gruppi, che si compongono e si scompongono all’insegna della violenza, del denaro facile, di cui ad una vita, avvelenata dalla droga. Le madri sanno, spesso sono coinvolte nel “sistema”, che aveva già visto protagonisti i loro uomini, i padri, ora in carcere o al cimitero. In questo scenario, “cresciuto” all’insegna dell’indifferenza o della rassegnazione dei più, rafforzato da esibizioni di potenza di cui a matrimoni o funerali sfarzosi, fino all’utilizzo delle feste patronali per esibire potere ed alleanze, “allietato” addirittura da letteratura e musiche, scritte appositamente per quel mondo, si sta distruggendo un’intera generazione di giovani e di ragazzi. La scuola è stata abbandonata da sempre, il lavoro è mancato da più di sempre, ma, salvo le cooperative di ex detenuti e di disoccupati organizzati, comunque difficilmente collocabili nell’alveo dei lavori socialmente utili, niente è stato pensato sul piano della Formazione per avviare quei ragazzi ad una qualche prospettiva di onesto lavoro. Quando Eduardo, a prescindere dal suo Fujitevenne, mostrò concreto interesse per i ragazzi del Filangieri e di Nisida, d’accordo con l’allora direttore di quelle carceri, Sommella, da Presidente della Provincia feci approvare alla Giunta una delibera che assegnava risorse alle botteghe artigiane che avessero assunto ragazzi, che uscivano dalle carceri minorili, spesso “condannati” a ritornarci o ad approdare nel carcere di Poggioreale. Quella delibera la “portai” al Filangieri, era il 1984, insieme a Diego Armando Maradona, che mostrò una sensibilità assoluta: trascorremmo una intera giornata con gli entusiasti ragazzi del Filangieri. Era una goccia in un mare di bisogni, ma era una goccia che poteva essere arricchita, incoraggiata, organizzata in “sistema” positivo. Invece restò una “perla” isolata, di cui presto si perse anche il valore testimoniale. Di quel giorno restano bellissime fotografie, che custodisco gelosamente, anche perché in quella occasione Maradona non sta nel bagno pacchiano dei camorristi-pseudotifosi, ahimè, che lo avevano “catturato” ma con i ragazzi che volevano riscattarsi per non cadere nel tragico errore. Mentre tutto questo devasta la città e dilacera i cuori, il mondo politico, si fa per dire, si prepara alle elezioni del prossimo anno come se nulla fosse. Tutto e tutti al di sotto del necessario. Salvo poche lodevoli eccezioni, pare che anche Santa Madre Chiesa, nonostante i generosi appelli del Cardinale, dopo l’entusiasmante visita di Papa Francesco, abbia perso la speranza di incidere in quelle realtà oscure, pure abitate da gente onesta e perbene. Sarebbe necessario un autentico spirito missionario per scuotere i cuori e battere la rassegnazione. Per gridare forte che il Bene vince sul Male.


Giorgio Albertazzi, nello splendido e recuperato anfiteatro Antonino Pio, lunedì 7 settembre, ha rinnovato, da par suo, l’epopea dell’Imperatore Adriano. Proprio nel luogo dove morì ed ebbe la prima sepoltura il grande Imperatore. Sarà stata questa suggestiva circostanza, sarà stata la crescente identificazione di Albertazzi con la figura di Adriano, così come “vista” da Marguerite Yourcenar, ma perfomance è stata assolutamente straordinaria. E sempre “nuova”, anche per uno come me, che ha visto oltre dieci volte Memorie di Adriano. E quando Albertazzi-Adriano ha espresso il suo sogno di costruire Bellezza e Amore, il pensiero è andato al nostro tempo: troppi non perseguono più questi Valori! Il risultato è sotto i nostri occhi: degrado, violenza, egoismo, odio, invidia. E così siamo costretti a rifugiarci nei sogni e nel Mito di un grande e concreto Sognatore, Adriano, emozionante e consapevole, che va “incontro alla morte ad occhi aperti”.