Scuole chiuse da marzo, Campania anomalia europea: la rete dei movimento No Dad scrive al Parlamento

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La rete di movimenti No Dad della Campania ha inviato una lettera a circa 300 rappresentanti politici nazionali per chiedere la riapertura delle scuole. “È tempo che i rappresentanti istituzionali, campani e non solo, facciano un atto politico di restituzione della scuola pubblica in presenza in Campania, perché l’istituzione scolastica, come ogni luogo, vive solo se vissuta. Un diritto sancito costituzionalmente come quello all’istruzione, non può essere lasciato alla gestione di poteri ed autorità locali. È il momento delle responsabilità e dell’azione”, scrivono genitori e studenti che si oppongono alla didattica a distanza nella conclusione della lunga missiva inviata. Nella lettera si ripercorrono le decisioni assunte sulla scuola a livello nazionale e locale da quando è scoppiata la pandemia. “In Campania – ricordano – le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse da marzo 2020. Ci sono stati soltanto circa 15 giorni in presenza, a ridosso delle elezioni regionali, con una riapertura successiva, stentata e parziale di alcuni cicli scolastici, nello specifico scuola materna e prima e seconda elementare. Apertura ulteriormente limitata da molti sindaci che, anche in assenza di dati allarmanti nei loro Comuni, hanno comunque deciso di tenere tutte le scuole chiuse. La Campania rappresenta quindi un’anomalia rispetto a tutto il resto d’Italia e di Europa”. “Nelle regioni in cui la scuola è stata garantita in presenza – rilevano i No Dad – ha dimostrato di essere funzionale al tracciamento, garantendo così non solo un diritto costituzionale, ma un presidio aperto ed inclusivo che sui territori ha svolto un ruolo di presenza istituzionale. Laddove la scuola è chiusa tutto questo è venuto a mancare. Centinaia di famiglie, bambini e adolescenti sono stati abbandonati a sé stessi, soli e alienati dietro gli schermi, immersi in un grande videogioco con un finale che si preannuncia drammatico, se non si correrà ai ripari quanto prima. I danni psico-fisici, la disaffezione alla socialità, la demotivazione all’apprendimento, l’emarginazione e l’abbandono scolastico sono la pandemia silente della Regione Campania”.
“Quali sono – chiedono – i dati che hanno motivato la scelta della chiusura ad oltranza delle scuole della Campania, comprese elementari e medie? Non c’è stata diffusione e trasparenza dei dati a supporto di questa decisione, ma sappiamo che ci sono cause di contagio che agiscono, non controllate, fuori dalla scuola (trasporti carenti, sanità pubblica depotenziata), con nessuna pertinenza con le scuole “a chilometro zero”, ossia di quartiere, tendenzialmente asili, elementari e medie. Il prezzo altissimo che la scuola paga è allora causato da una politica che ha visto tagliare in modo indiscriminato fondi a sanità, scuola e trasporti, il rischio enorme è che la scuola si trasformi da diritto costituzionale e servizio pubblico a richiesta on demand”. “Partendo dal fatto che rischio e contagio per gli studenti non provengono dalla scuola, prendendo atto che grazie a tutte le azioni messe in campo dai lavoratori, presidi ed insegnanti, la scuola – osservano – è un luogo protetto con regole e procedure adeguate e gestite, chiediamo che la Politica e chi la rappresenta, attraverso i partiti, sia in grado di garantire quel ruolo di corpo intermedio dello Stato che unisce cittadini e istituzioni”.