Scuole in Campania: caos tamponi, impossibile ripartire il 24. E si apre il fronte giudiziario

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L’episodio più grottesco chiama in causa una mamma di Salerno. Richiamata dopo 4 giorni dalla prenotazione per conoscere luogo e data del tampone suo e della figlia apprende che i due appuntamenti non solo sono distinti ma addirittura in due Comuni diversi da quello di residenza, Angri e Nocera Inferiore. Basterebbe questo, insieme alle ormai centinaia di segnalazioni di malfunzionamento o inesistente funzionamento del call center per gli screening della cosiddetta popolazione scolastica per parlare di fallimento. Un’organizzazione talmente sgangherata da far dire a un pediatra, sempre ad una mamma che chiede informazioni, che sì, è il caos totale. “Non siamo stati coinvolti – dice il medico – ne sappiamo davvero poco perché come sempre tutto è stato organizzato male”. Per dirla in breve: un disastro. In queste condizioni all’Unità di Crisi della Regione Campania non resta che decretare l’impossibilità di riaprire le scuole. Per coloro i quali avessero perso la capacità di far di conto è bene ricordare che gli alunni campani, dall’asilo fino alle superiori, non ricevono quella che finora è l’unica modalità di istruzione regolata dalla legge (in classe e in presenza) dal mese di marzo del 2020: 8 mesi. Eppure in questa confusione proliferano anche i comitati Sì Dad, vale a dire pro didattica a distanza, e sui social si moltiplicano le richieste di tenere chiusi gli istituti. Una follia secondo il deputato Alfredo D’Attorre, ex del Pd ora nelle fila di Articolo Uno. “La Campania ha chiuso praticamente da subito anche le scuole elementari – scrive sui social – lasciando per settimane aperto tutto il resto.Lo chiedo senza polemiche e ironie: il Pd ha organizzato di recente una bella iniziativa intitolata ‘La scuola prima di tutto’. Bene: non è arrivato forse il momento di prendere una posizione chiara anche sulle scelte di De Luca e altri suoi amministratori che, nei fatti, contraddicono clamorosamente questa dichiarazione di principio?”. In ogni caso per quei pochi dati sugli screening che si conoscono a Napoli e provincia ne sono stati processati 350 e 2 sole persone, peraltro genitori, sono risultate positive.
Via alle denunce
Sui disservizi del call center della Regione Campania per gli screening della popolazione scolastica partiranno, nelle prossime ore, delle denunce all’autorità giudiziaria. Altre azioni, sia da parte dei Coordinamenti Scuole Aperte che di singoli genitori, stanno per partire all’indirizzo della Regione Campania per il risarcimento dei danni causati alle loro attività lavorative dalla didattica a distanza. Un altro fronte ancora è quello delle scuole private paritarie che continuano a chiedere le rette e che sono già arrivate alle carte bollate con tantissimi genitori. Un caos senza precedenti di cui la Regione deve dare conto.