Se il pregiudizio prevale

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In foto Hillary Sedu

di Nico Dente Gattola

In questi giorni ha trovato ampio spazio sulla stampa e sui social l’episodio di cui è stato vittima l’avvocato Illari Sedu, cui in udienza al Tribunale per i minorenni è stato chiesto se fosse avvocato e di mostrare alla sua risposta il tesserino dell’ordine di appartenenza.
Sedu è un avvocato molto noto, tra l’altro Consigliere dell’Ordine Degli avvocati di Napoli, protagonista di tante battaglie civili a difesa dei più deboli,spesso immigrati, insomma un professionista difficile da non riconoscere.
Senza voler in alcun modo giustificare l’episodio per il quale si ribadisce la piena solidarietà all’avv.to Sedu, , alcune riflessioni si rendono necessarie, fermo restando in generale la condanna ad ogni forma di razzismo.
Infatti in rete si è scatenata una vera ondata di commenti, che se in principio contenevano l’indignazione del popolo dei social per un episodio che in molti anzi se non i diretti interessati conoscevano,in breve è stato in questo caso solo lo spunto per un attacco alla magistratura onoraria.
Comportamento comune a molti è che non ha aiutato nemmeno ad affrontare la causa del razzismo, ma ha rappresentato il modo in cui ci si comporta oggi giorno nella nostra società; non aveva tanto importanza quello che era accaduto in udienza ma solo esprimere una condanna senza se e senza ma nei confronti dell’istituzione della Magistratura Onoraria.
Laddove sarebbe stato opportuno, in primo luogo commentare l’accaduto solo dopo aver conosciuto i fatti e facendo un operazione ormai sconosciuta : ovvero non generalizzare.
Nessuno, ha sentito la necessità di ascoltare anche la versione della Magistrata Onoraria o almeno di chiederle il perché del suo comportamento e questo perché siamo ormai nell’era in cui si è colpevoli o innocenti a prescindere e cosa più pericolosa tutto ciò è dettato da una semplice sensazione.
Sempre più spesso infatti, si ritiene che una persona sia responsabile a prescindere e ci si lancia in giudizi, senza neppure attendere l’esito degli accertamenti da avviarsi , ovvero nel caso specifico senza nemmeno attendere un indagine interna del Tribunale per i minorenni e senza che fosse nemmeno avviato un procedimento disciplinare.
Non vi sono infatti motivi per ritenere che la giustizia non avrebbe fatto il suo corso e che denota come progressivamente il senso di garanzia che prevede per tutti un processo sia soppiantato dal più bieco giustizialismo.
Ancora nella vicenda è emerso come si possa generalizzare e come si tenda a portare qualsiasi discussione nell’ambito del conflitto “ideologico“ dello scontro tra blocchi tra loro distinti, dimenticando che si trattava di una questione sorta tra due persone e non tra i ruoli che queste rappresentavano : in altre parole non era un conflitto tra il mondo dell’avvocatura e quello della Magistratura onoraria.
Grave errore, perché troppo spesso si tende a dare una dimensione ad eventi che in realtà ne hanno ben altra ; quindi anche l’episodio in questione deve rimanere in un ambito di rapporti interpersonali.
Nessuno ha per esempio pensato all’enorme lavoro che fanno i Magistrati Onorari presso il Tribunale per i Minorenni o i GOP e i VPO presso i Tribunali civili e penali e le procure: per un paio di giorni tutto è stato oscurato, come se un errore potesse far dimenticare il lavoro di una categoria.
Quello che invece è emerso è il grande livore che in tanti covano nei confronti della categoria sia che ci si debba imbattere in un componente esperto presso i Minori o in un GOP o VPO presso i Tribunali o i Giudici di Pace.
Livore sicuramente immotivato ma che costituisce il termometro di come alcuni percepiscano la presenza degli Onorari nei ranghi della giustizia ; considerazione purtroppo non positiva che deriva da un grande pregiudizio e dalla non conoscenza della realtà.
Infatti ci sono ambiti in cui si finge di non conoscere il contributo che la Magistratura Onoraria fornisce ogni giorno all’amministrazione della giustizia che senza rischierebbe la paralisi.
Attenzione, tutto ciò non vuole essere come un tentativo di spostare l’attenzione dal problema ne vuol dire in nessun modo negare la gravità del fenomeno del razzismo nel nostro paese, ma ci sono comportamenti che se accertati ( occorre sempre ci si consenta un indagine approfondita) riguardano in primo luogo le persone ed in modo molto relativo anzi marginale la categoria di cui fanno parte.
Questo vale in tutti i settori, poiché troppo spesso si dimentica che ognuno di noi prima di essere un professionista e di ricoprire un ruolo o una posizione è un essere umano e sbaglia per i suoi comportamenti.
La reazione è con frequenza disarmante, troppo legata all’emozione,senza tenere conto che il responsabile ha il diritto di potersi difendere nelle sedi deputate, ancor più in un paese come il nostro che da sempre è la culla del diritto.
Ancora nessuno ha sentito la necessità di documentarsi sull’organizzazione della giustizia minorile
prima di lanciarsi con la sua sentenza “ per direttissima “ in rete, ne si è data alla diretta interessata la possibilità di potersi chiarire, ne ci si è informati sulla professionista sul suo vissuto, sulle sue esperienze, nulla di tutto ciò purtroppo.
Una cosa è comunque chiara, siamo nell’epoca in cui una persona si vede condannata sulla scorta di un semplice “like” anche senza conoscere i fatti e questo oggi è accaduto ad un magistrato Onorario un domani potrebbe accadere a qualsiasi altro.
I giudizi siano dati su un social o in una conversazione o dove capita, non devono mai contenere verità assolute e soprattutto non possono mai costituire una condanna a priori, senza nemmeno dare al diretto interessato la possibilità di potersi difendere.
Quanto accaduto tra l’avvocato Sedu e il Magistrato Onorario al Tribunale per i Minorenni deve spingere a capire che vi sono le sedi opportune ove determinati comportamenti possono essere eventualmente sanzionati e che in ogni caso anche nell’offesa più grave, occorre sempre sentire tutte le parti.
Non si tratta di negare un problema o di non volersi indignare in generale per il razzismo ne di rifiutare solidarietà alle vittime ci mancherebbe ! ma solo di consentire che i fatti siano analizzati con obiettività e serenità.