Self banking, lo sportello su misura

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Roma, 14 nov. (Labitalia) – Ha compiuto da poco 50 anni (è nato a Londra nel 1967, ma in Italia è arrivato solo nel 1983). E in mezzo secolo di strada ne ha fatta, e, se l’aspetto esteriore è rimasto quello di sempre, il cuore e il cervello sono molto cambiati. E’ il bancomat, usato da più di un italiano su due: le carte in circolazione in Italia, come è stato recentemente detto al sono, infatti, più di 37 milioni ().

Il bancomat si è arricchito continuamente di nuove funzionalità e oggi si affianca ad altri strumenti utilizzati per effettuare , come le carte prepagate e le carte di credito, il versamento di contanti o assegni. Con il bancomat è possibile visualizzare e stampare l’estratto conto con gli ultimi movimenti, pagare le utenze domestiche o aziendali, ricaricare carte prepagate e ricaricare cellulari. E è garantita dal codice Pin (Personal Identification Number), solitamente di cinque cifre, che va digitato, contestualmente all’autenticazione della carta presso il terminale attraverso la banda magnetica presente sulla stessa (o tramite chip e tecnologia contactless), per ottenere l’autorizzazione all’operazione bancaria da parte dall’istituto emittente.

Dalla natura multitasking di questa tesserina si sviluppa quella che sarà sempre di più la tendenza dei servizi bancari: il self banking, un vero ‘sportello nello sportello’ perché la postazione bancomat sempre di più permette di gestire le principali operazioni bancarie in completa autonomia, sicurezza e riservatezza. E non si tratta solo dello sportello su strada, posto all’esterno dell’Istituto: molte banche dispongono ormai di totem o punti di self-banking all’interno della filiale. Postazioni che hanno il vantaggio di far risparmiare tempo al cliente, e spesso disponibili 24 ore su 24.

E questo perché ormai, le ultime frontiere del bancomat sono anche parte attiva del processi di trasformazione delle filiali, come spiega Fabrizio Borzone della Business Unit Atm di , il gruppo che ha sviluppato una nuova interfaccia e una nuova soluzione Atm. Si tratta, dice Borzone “sia di una soluzione di accoglienza nuova in filiale sia di un’interfaccia completamente rinnovata per il parco Atm, con servizi molto veloci, innovativi che permettono alla filiale di spostare e di digitalizzare la parte dei servizi core della cassa”.

La self banking si basa su due concetti fondamentali: “La velocità e la personalizzazione dell’interfaccia stessa sulle abitudini del cliente -aggiunge Borzone-. La banca ha dei momenti e dei punti ben precisi su cui può sviluppare della pubblicità, dei momenti di contatto ad hoc con il riconoscimento del cliente, mentre la parte di home page su cui il cliente atterra nel momento in cui inserisce la carta nell’Atm è sviluppata per imparare le abitudini del cliente sia sui tagli e il circuito di prelievo che abitualmente utilizza sia le operazioni che abitualmente fa sull’Atm una ricarica telefonica, un pagamento e quindi aiuta il cliente nella scelta immediata nel trovare ciò che sta cercando nel momento in cui si avvicina all’Atm”.

Un servizio completamente self-tailored, dunque, costruito come un abito su misura sulle abitudini del cliente. Il tutto realizzato con “operazioni molto veloci su un’interfaccia che ha un’esperienza utente semplice, lineare ed efficace che, con pochi clic,lo porta a concludere l’operazione voluta”. “E’ questo il fil rouge su cui tutta la nuova parte di sviluppo si è concentrata: il cliente è al centro, ma anche la banca ha dei momenti precisi su cui può cercare di sviluppare il contatto che in quel momento l’operazione Atm gli dà sul proprio cliente”. Contatto che in questo momento, aggiunge Borzone “è sempre più difficile perché la e la chiusura delle filiali sul territorio portano un po’ a perdere il contatto con la propria clientela. Il bancomat in questo senso diventa un punto molto importante perché è un device molto utilizzato e quindi dal punto di vista del cliente è un canale che le banche possono continuare a sviluppare e incrementare”.

I consigli per il prelievo di contanti all’esterno delle banche

Quando si preleva denaro contante da un Atm, occorre sempre prestare alcune semplici attenzioni:

1) Verificare che la tastiera sia ben fissata: i malintenzionati possono posizionare delle finte tastiere sopra l’Atm con lo scopo di “catturare” il codice Pin durante la digitazione

2)Accertarsi che non vi siano “oggetti strani” attaccati alle pareti o nei porta-depliant: possono esserci delle microtelecamere nascoste

3)Quando si introduce la carta nella fessura, la fessura deve essere fissa e non deve muoversi. Se la carta fatica ad entrare o si deve spingerla, è possibile che la fessura sia stata manomessa. Può esserci al suo interno uno Skimmer, un piccolo microchip in grado di leggere i contenuti della Carta memorizzandoli a propria volta o trasmettendoli subito tramite la tecnologia wireless ad un “Lettore” poco distante, ad esempio parcheggiato in auto.

4) Quando si digita il Pin, coprire la tastiera con la mano in modo tale che nessuna videocamera riprenda il codice.