Senza arte né parte

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Se perde il referendum sulle riforme costituzionali – dice – si ritira dalla politica. Ammettiamo che sia una promessa. Ma non lo è. Spera, così, di essere scelto per evitare il peggio. In effetti, il meglio è esaurito da un pezzo. Quindi, dovremo tenercelo. Ma, mettiamo che, per difendere la democrazia visibilmente in pericolo, gli italiani, con saggezza e buonsenso insperati, bocciassero l’iniqua soppressione del senato. Che carriera potrebbe intraprendere? Quale altra attività, oltre alla politica, può svolgere chi è senza cultura né formazione? Il Patto del Nazareno è una grande prova di abilità deviata, ma non una professione. Non c’è più nemmeno Letta, che preferisce insegnare alla Sorbona, dove non corre il rischio di essere pugnalato alle spalle. Oggi l’Italia tira la volata all’ignoranza. Ottime le emulazioni di Grecia e Spagna. Francia e Germania non sono da meno. Dopo Holland si torna forse a Sarkozy perché non c’è nessun altro. Neppure la Merkel ha successori, dietro di lei c’è il vuoto. La Renault non concede vantaggi alla Volkswagen. Si continua a barare. In Norvegia si derubano i migranti alla maniera nazista. Ungheria e Polonia vanno per conto loro. Junker non è in polemica con noi. Ci dà dei bugiardi, accusandoci di millanteria. E noi replichiamo fuori tema, senza smentirlo. Non si salva nessuno. L’Europa è in dissesto. Se l’Italia non si sveglia, per i prossimi vent’anni toccherà tenerci proprio lui, il cosiddetto meno peggio.

La crediamo erroneamente democrazia
Non basta l’ignoranza, e neanche uno scarso quoziente d’intelligenza, a giustificare chi applaude a comando. Neppure i deficienti hanno il diritto di non capire che rinunciare alla libertà di giudizio è un suicidio. Gli animali hanno l’istinto che li salva da situazioni pericolose. Anche l’uomo doveva possedere qualche difesa, adesso purtroppo scomparsa, se per milioni di anni è sopravvissuto a guerre, violenze e prevaricazioni. Gli idioti ci sono sempre stati, come pure gli ignoranti. Ma si difendevano col dissenso. La televisione ha distrutto anche le primordiali regole della natura umana. Oggi si applaude chiunque si affacci a un balcone o appaia sul palcoscenico. Non importa la qualità dell’esibizione, né i risultati della recitazione e meno ancora lealtà, eleganza e moralità. Basta essere in gamba per raggiungere il potere e ottenere il consenso. La cultura è un ostacolo perché oscura il leader. Bisogna essere compiacenti e girarsi dall’altra parte se si vede uno scheletro uscire dall’armadio. Un tempo si biasimavano le mamme che portavano le figlie ai concorsi di bellezza. Oggi è un passaggio superfluo. Le ragazze sanno da sole dove andare. Non ci sono più princìpi né punti di riferimento. Il degrado cresce a dismisura e sembra inarrestabile. Eppure basterebbe non applaudire per eliminare gli intrusi.

Senza parole né dignità
Li chiamano “i tre ragazzini” per definirli inadeguati. Invece, sono apparsi promettenti come comici, seppure ignari di esserlo. Nel tentativo di giustificare Quarto, sembravano la versione odierna della Smorfia (Troisi, Arena e De Caro). Purtroppo non sono attori in erba, ma amministratori del paese, tutori della democrazia e delle nostre libertà. Si esibivano dal teatrino della Camera. Certo, difficile è fare ridere. E loro ci riescono. La politica è più facile. Infatti, è accessibile a chiunque. Tutti legittimati da giornali assoldati, da talk show compiacenti e sondaggi pilotati. Gli italiani ormai sono spettatori. Per metà disgustati e assenti. Gli altri guardano, come se fosse uno spettacolo in TV. Essendo preclusa la politica ai migliori, affidiamo la vita dei nostri figli ai meno peggio. L’alternativa sarebbe Casaleggio o Salvini. Dov’è finita la borghesia, un tempo ossatura e coscienza del paese? Anche intellettuali e artisti si sono accodati alla massa di questuanti che chiedono l’elemosina al potere. Nonostante l’ISIS e il futuro troppo incerto, la corruzione dilagante e l’occupazione problematica, continuano a mendicare le briciole che cadono a chi continua a banchettare impunemente.

Ben ci sta!
Nessuno ricorda più perché Marino fosse indegno e il PD ce l’avesse tanto con lui. Alla fine sono emersi gli scontrini, che non si addicono a una politica limpida ed esemplare come la nostra. Ecco perché, poi, 26 vigliacchi si sono dimessi a comando. Tornando a casa, moglie e figli gli hanno buttato le braccia al collo, per mitigare la vergogna. Non c’è stato dibattito politico. È bastato ingaggiare i pugnalatori. Ed è finita la festa. Chi viene proditoriamente eletto dal popolo è indigesto all’establishment. Oltre ai parlamentari, finiremo col nominare anche i sindaci, come un tempo i podestà. Bei tempi quelli. Ma come cominciò la persecuzione di Marino, eletto col consenso del 67% dei romani? Non trovando altre ragioni, la destra, per vendicare Alemanno, nel frattempo rinviato a giudizio per corruzione, lo accusò di parcheggio abusivo. La Panda rossa della moglie si trovava impropriamente nella ZTL senza esibire il permesso. E’ questa l’accusa originaria da cui è partita la persecuzione. L’eterna storia del lupo e dell’agnello. Ma il PD che c’entrava? Perché non lo protesse? Eppure era stato scelto a grande maggioranza dagli elettori alle primarie. C’è, per caso, un accordo anomalo tra destra e sinistra? Gli italiani assistono allo scempio della democrazia, come se la cosa non li riguardasse. Lo stesso capita per tante altre situazioni. E il potere continua giustamente ad approfittare del nostro disinteresse.

I cattivi maestri di oggi
Povero sport! In che mani è finito il Calcio. E c’era chi dava retta a quell’illuso di De Coubertin. Certo, importante è partecipare. Anche prendendosela con l’avversario, se non si riesce a vincere regolarmente. Era l’ultimo argine contro la violenza e la corruzione. Purtroppo, persino questa barriera ha ceduto. Adesso arrivano i barbari. Ci sono crepe ovunque, non solo in Italia. Il marcio è al vertice, addirittura nella UEFA e nella FIFA. Sempre gli stessi al potere. Ogni giorno se ne sente una nuova. Torna Zizù, grazioso vezzeggiativo dietro cui si nasconde il poco elegante Zidane, quello della testata a Matarazzo. La sua biografia è costellata di risse e liti. Oggi torna in primo piano. Promosso allenatore del Real Madrid. Ora è un maestro, un punto di riferimento, colui che dà l’esempio. Viene premiata, così, anche la violenza, che lo sport, invece, dovrebbe aborrire. E pensare che la caratteristica per cui Liedolm e tanti altri sono passati alla storia è la signorilità. Mai un cartellino rosso, né un fallo alle spalle. Raramente il giallo, ma involontario. Al giorno d’oggi non lo farebbero giocare. Nessuna squadra lo vorrebbe come allenatore. Darebbe un cattivo esempio e pessimi insegnamenti. Meglio essere come Zizù.

Le mie riflessioni sono al di sopra delle ideologie e dei partiti. Se ti piacciono, divulgale, trasmettendole ai tuoi amici. Se, invece, non ti interessano o addirittura ti disturbano, non avere l’imbarazzo di farmelo sapere francamente con una email di risposta.

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o la borsa o la vita