Senza metodo non c’è gestione

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Una gradevole temperatura primaverile, una cittadina piena d’angoli affascinanti, un museo archeologico pieno di reperti. Domenica, ore 12. Sbirciando il registro dei visitatori si può leggere un numero che qualche ipersensibile potrebbe definire agghiacciante: SEI. Sei soli visitatori in un giorno festivo, senza particolari impedimenti e con ingresso gratuito. Qui Teano, Museo Archeologico, marzo 2016. Il materiale: reperti provenienti dagli scavi nel centro antico e nel territorio di Teanum Sidicium, abitato da una popolazione italica parlante l’osco. La struttura ospitante: il complesso monumentale tardo gotico, edificato nel XIV secolo nell’area di un più antico castello alto medievale. I reperti esposti mostrano ai visitatori i diversi aspetti della vita, dal culto alle pratiche quotidiane, attraverso circa tre millenni di storia. C’è tutto. La visita merita molti asterischi di gradimento, eppure i dati sull’affluenza non sono confortanti: il picco di visite negli ultimi tempi non tocca i cento ingressi al giorno. Ciliegina sulla torta: la chiusura al pubblico per la mancanza di manutenzione ordinaria del sito archeologico. Quanti punti esclamativi di pura costernazione vogliamo dedicare alla notizia? Non è un azzardo sostenere che si prende a calci un potenziale economico di tutto rispetto. Basta con le tristi constatazioni “..Houston abbiamo un problema..”, tracciamo una linea per la soluzione. Metodo, ci vuole metodo. Affrontare un problema significa prima di tutto conoscerlo a fondo, conoscere in questo caso la ragione, percepita dal pubblico, per la quale la visita al Museo non è ritenuta importante. Interviste semi strutturate con i visitatori ed interviste semi strutturate ai gestori di questo sito permetteranno di conoscere la percezione che di esso hanno gli intervistati. Anche l’attenta analisi delle vie d’accesso, del trasporto verso e da questo sito potranno chiarire molto del deficit d’ingressi e suggerire immediate linee correttive. Il secondo passaggio sarà la messa a fuoco dei problemi d’interpretazione. Questo studio permetterà di individuare, e quindi evitare, gli eventuali aspetti negativi del turismo culturale in quest’area focalizzando pian piano le problematiche relative al sito archeologico e al Museo. Nel Museo mancano riferimenti alla struttura che contiene l’esposizione? Basta un cenno storico da leggere su cartelli scritti, peraltro, solo in italiano? Il piano superiore del Museo di Teano è occupato da uffici. Non è forse il caso di annettere agli spazi espositivi anche quelli del piano superiore e lasciare liberi per la narrazione storica quelli del piano terra? Due navate affiancate, di diversa larghezza, sorrette da volte a crociera ogivali che scandiscono i sette ambienti oggi destinati all’esposizione, opportunamente allestite e illuminate possono ancora dare la suggestione di un ingresso al castello e fungere da introduzione al resto della visita. Un primo salto indietro nel tempo prima di andare tanto, tanto più lontano. Il materiale proveniente dagli scavi, la ricostruzione delle tombe, le statue e i gioielli se esposti negli ambienti al piano superiore potrebbero cavalcare e ampliare l’emozione dell’attesa del visitatore che nel raggiungerli non sentirebbe però di aver sprecato il suo tempo, perché coinvolto da altre esperienze. Vita domestica, vita sociale, mestieri e industrie perduti Il materiale è già in esposizione, ma non basta una semplice divisione temporale a suscitare un emozione, e trascinare il turista in un mondo esistito millenni fa. Il rapporto del popolo Sidicino con i Sanniti e gli abitanti degli altri territori limitrofi potrebbe fornire il motivo per la creazione di un circuito turistico servito da navette per permettere ai turisti una visione completa e assistita delle particolarità archeologiche dei territori coinvolti. Racconti orali, registrazioni, video, musica. La tecnologia fornisce tanti strumenti, tutti utilizzabili per il miglior godimento della struttura. Il processo di approvazione da parte del pubblico è innescato anche da tutte le attività complementari all’esposizione. E’ per questo che alcuni musei registrano tanti ingressi nonostante non abbiano materiale particolarmente pregiato in mostra. Gli introiti per le eventuali mostre ed esposizioni a pagamento allestite negli spazi al piano terra potrebbero contribuire alla manutenzione e alla vincente gestione dell’intera struttura espositiva. A risultati ottenuti sarà normale considerare l’interpretazione come un ordinario mezzo di gestione di una struttura espositiva