La situazione dei costi energetici, dovunque nel mondo, in Italia in particolare, allo stato è di trovarsi concretamente a rischio di deflagrazione. Si sta cioè esprimendo nella forma di un rogo di dimensioni straordinarie. Complice si il caldo esagerato, ma lungi dall’ esserne lo stesso neppure in minima parte responsabile. Cherchez…la flamme, verrebbe da dire, ma suonerebbe come un’offesa al buon gusto, quindi meglio lasciar perdere e invece confermare stima e fiducia nella Commissaria Von der Leyen. E bene ritornare con la mente a qualche giorno fa, cioè all’ inizio di questo mese. Notizie attendibili, seppure non ufficiali, avrebbero dovuto rasserenare gli animi degli italiani, in quanto riferivano che le riserve di gas naturale stoccate nei patri silos erano arrivate per tempo e senza particolari intoppi al 90% del massimo teorico. Due giorni fa il Governo ne ha dato conferma ufficiale. Quindi l’assillo di morire congelati per penuria di combustibile, gli italiani.dovrebbero averlo lasciato alle spalle. Purtroppo non è né sarà così, in quanto esistono concrete possibilità che il gas non arriverà come per gli anni prima del conflitto a fornelli e a caldaie, a causa del prezzo che sta diventando sempre più proibitivo. È stato una forma di avvilente refrain quello che non ha dato tregua agli italiani a metà agosto, cioè la comunicazione prima informale, quindi ad horas ufficiale, che il prezzo dei combustibili per autotrazione era in volo verticale, molto simile a quello di un drone. Con la differenza che quest’ultimo è, per ipotesi, destinato a schiantarsi da solo lontano da chi lo pilota e la vicenda a concludersi senza danni per quell’ aviatore con i piedi ben piantati per terra. Nel caso dei carburanti si ripropone invece l’avventura di Don Chisciotte quando inizia a combattere contro i mulini a vento. Quindi l’intera suonata sta procedendo come se uno scaltrissimo direttore di orchestra stesse conducendo l’ opera attingendo poco dallo spartito, fiutando invece per la maggior parte dell’esecuzione appena l’aria e quindi improvvisando. Complice la scarsa volontà degli italiani di dare il giusto peso agli eventi accennati per effetto della parentesi vacanziera, a cui si è aggiunto lo stato di fatto della politica in ferie, non si è visto nessun intervento concreto posto in essere per contrastare quella gravissima situazione. La stessa che già sta subendo gli abnormi e non ” sani ” aumenti dei costi di trasporto. E non ci sarà, perché avrebbe ragione di essere della partita, nessuna manovra sui tassi di interesse, al rialzo ovviamente, posta in essere dalla BCE che potrà essere più adeguata del cavolo a merenda. Il mostro che ha già superato il ricatto politico, di cui si ha sufficiente dimestichezza fin dall’assedio di Troia, rispetto alla speculazione attualmente in corso si ripropone come una forma animata di gioco del Monopoli e niente di più. Intanto le ferie non sono finite, anzi è appena iniziata la seconda fase delle stesse. Calma e sangue freddo, allora, anche se risulta molto difficile per ovvi motivi. Ha lasciato da qualche giorno la comunità dei vivi il cantante partenopeo Peppino Gagliardi. Uno dei suoi brani di successo ripeteva che settembre sarebbe presto arrivato e con esso la solita routine, spazzando via i ricordi dell’estate appena conclusa. Difficilmente di questi tempi si sarebbe dato disponibile a confermarlo. Sarà bene adeguarsi di conseguenza.