Sfida assicurazioni, prevenzione su misura con ‘cerotti sensore’

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Milano, 15 feb. (AdnKronos Salute) – Nell’era della telemedicina e dei device indossabili, delle App di salute e degli assistenti virtuali, dei robot sempre più umani e dei droni, anche il mondo delle assicurazioni si misura con la prova hi-tech. Gli investimenti si sono intensificati, assicurano i vertici del settore, e cresce sempre più l’interesse per l’innovazione come strumento per personalizzare i pacchetti offerti sul tema salute. Con un focus che si sposta sulla prevenzione. C’è chi punta sul ‘coach virtuale’ che dà consigli su dieta e stili di vita sani, chi si concentra sull’offerta di servizi ‘smart’ e chi parte dalla mappatura del rischio individuale attraverso device indossabili – scommettendo in particolare su ‘patch elettronici’ del futuro, ‘cerotti sensore’ in grado di “garantire una rilevazione continuativa dei parametri vitali” – per disegnare pacchetti specifici per il mantenimento del buono stato di salute.

Parola d’ordine: prevenzione su misura. E innovazione tecnologica. I temi clou affrontati oggi a Milano – con il robot umanoide Sophia come ospite d’onore – in occasione del secondo meeting annuale dell’osservatorio Innovation by Ania, dedicato a ‘Innovazione e Welfare: salute e benessere nell’era digitale’. “Da alcuni anni una profonda rivoluzione sta mutando radicalmente il nostro modo di vivere e rapportarci e sta trasformando i modelli economici e sociali e le politiche messe in campo dai governi per i cittadini – osserva Maria Bianca Farina, presidente Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) – Abbiamo visto chiaramente come è in atto un percorso virtuoso che supera la cura e passa alla prevenzione. Noi assicuratori siamo concentrati su questa sfida, vogliamo essere partner del benessere. Vedo nella tecnologia, ben utilizzata e guidata dal buonsenso, un supporto enorme per il nostro futuro soprattutto nel campo della salute”.

L’innovazione come “chiave per rilanciare il ruolo sociale dell’assicurazione, che è stata per lungo tempo la tutela degli assicurati rispetto a degli eventi di natura catastrofale, a delle malattie particolarmente gravi. Ora invece – fa notare Marco Vecchietti, amministratore delegato e direttore generale Rbm Assicurazione Salute – la nostra interpretazione è l’assicurazione del buono stato di salute, con l’obiettivo di finanziare tutte quelle cure e trattamenti, ma anche protocolli di natura preventiva, che siano in grado di impedire o differire l’insorgenza di malattie croniche non trasmissibili. Grazie alla sempre maggiore diffusione di patch (cerotti digitali) e wearables (indossabili) è possibile acquisire informazioni genomiche e parametri vitali per conoscere anticipatamente la mappa dei rischi, attivando polizze sanitarie che investono le risorse su percorsi di cura mirati e a maggior valore aggiunto”.

E’ un passo indispensabile, secondo Vecchietti. “La digitalizzazione in sanità può offrire una grande opportunità per la ricongiunzione dei percorsi di cura dei cittadini, favorendo una reale integrazione tra pubblico e privato, efficientando l’accesso alle cure e ottimizzando le risorse in sanità fornendo un grande supporto anche alla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale”. L’anno scorso, secondo i dati ricordati oggi, gli italiani hanno effettuato quasi 150 milioni di prestazioni sanitarie al di fuori del Ssn (+55% sul 2017) per una spesa complessiva pari a 39,7 miliardi di euro. Vecchietti, come altri esponenti del mondo delle assicurazioni mettono l’accento sul mancato assorbimento di ‘nuovi’ bisogni di cura dei cittadini.

Tra le cure pagate di tasca propria dai cittadini le più costose sono quelle odontoiatriche (in media oltre 550 euro per prestazione), le più numerose sono le visite specialistiche (oltre 35 milioni), con un costo medio di 200 euro, e gli esami diagnostici con un costo medio di 115 euro. I farmaci fra i costi sostenuti direttamente sono la seconda voce di spesa (costo medio di 380 euro). In questo contesto la sanità integrativa nel 2018 ha garantito in media un livello di rimborso delle cure pagate di tasca propria del 66,14%, con un incremento complessivo della quota di spesa sanitaria privata intermediata dal 13,8% del 2017 al 14,5%.

“Un dato – conclude Vecchietti – che se da un lato mostra l’indubbia efficacia della sanità integrativa per i cittadini che già dispongono di una polizza sanitaria o di un fondo sanitario integrativo, dall’altro sottolinea la necessità di supportare una sempre maggiore diffusione di questa opportunità a tutti i cittadini italiani, avvicinando così il nostro Paese alla media dei principali Paesi Europei (Francia 95%, Germania 33%, Gran Bretagna 41%)”. Oggi “non c’è una compagnia di assicurazione che non stia investendo cifre significative” sull’innovazione hi-tech “per dare il miglior servizio nel miglior modo e al miglior costo possibile ai propri clienti”, assicura Farina. “Io vedo nella tecnologia, ben utilizzata con buonsenso, un supporto enorme per il nostro futuro soprattutto nel campo della salute”. Su questo fronte, la numero uno di Ania rinnova la “disponibilità al confronto col Governo” nella convinzione che il mondo assicurativo possa offrire un contributo per “un sistema salute più efficiente e sostenibile”.

Oggi “abbiamo un sistema misto, dove il privato è fatto di spese di tasca propria. Quel privato si ridurrebbe probabilmente della metà se quella stessa spesa fosse mutualizzata. Cioè se un numero di persone soggette a quel rischio si assicurassero. Per quegli stessi servizi spenderebbero molto meno e si eviterebbe il rischio che qualcuno non si possa proprio curare – ragiona la presidente Ania – Poi spetta al Governo decidere come tagliare e come organizzare la spesa privata. Potrebbe tagliarla per classi di reddito, potrebbe tagliarla per tipologie di prestazione, questo è tutto da studiare. Noi abbiamo mille progetti e l’innovazione sicuramente ci aiuta”.

Uno sguardo sul futuro lo ha offerto oggi l’interazione fra Farina e l’umanoide di Hanson Robotics, Sophia. Camicia e gonna ‘total black’, giacca bianca e foulard al collo, viso femminile dalla mimica molto realistica ma mani di robot e testa con circuiti a vista, Sophia si è intrattenuta all’inizio e alla fine della giornata con Farina, sfoggiando le sue abilità nel dialogo. Per quanto riguarda la salute, invece, il futuro è in un video che racconta la giornata tipo di uomo qualunque, Ben, che indossa tecnologia, vive in una casa ultra tecnologica, e in una città abitata da droni che trasportano farmaci, riceve consigli da un assistente virtuale su quanti chilometri di corsa giornalieri deve affrontare o quali cibi scegliere per restare in forma. E lo stesso la sua famiglia, composta da moglie e bebè. E in caso di infortunio, immediatamente rilevato dai sensori, riceve subito la soluzione personalizzata, ‘stampata in 3d’.

Un futuro in parte già realtà – con servizi oggi raccontati dalle principali realtà assicurative attive in Italia, come i check up personalizzati, i consulti a distanza, la consegna a domicilio di farmaci, i percorsi prevenzione – e in parte ancora da costruire. “Con lo sviluppo della tecnologia 5G – prospetta Farina – arriveremo ad avere device dalle potenzialità illimitate”. Un traguardo atteso da molti.