Si fa presto a dire interpretazione

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Si fa presto a dire interpretazione. Mai termine e metodo furono più… interpretati di questo. Il concetto è sconvolgente per coloro cui “l’uso” del bene culturale appare un oltraggiosa deriva verso lidi disneyani, induce altri a un uso selvaggio della rappresentazione storica, magari in costume, come massima espressione dell’offerta turistico culturale, convince poco gli scettici fedeli a modelli di turismo più rigidi e tradizionali. Metodica ancora piuttosto sconosciuta, è sicuramente mal applicata in Italia. Mansson dice che il rapporto tra i media e il turismo è un vaso di Pandora pieno di sfide e possibilità. L’interpretazione rappresenta proprio la sfida possibile cui il turismo deve guardare per trovare la chiave di volta al suo sviluppo. Nel Regno Unito il turismo cresce e proprio tanto, continuamente. Contribuisce con (udite, udite!) 20,6 miliardi di sterline al settore del patrimonio. L’interpretazione nel Regno Unito è un aspetto fondante della politica dei beni culturali. Si può dedurre che il turismo culturale cresce anche grazie all’interpretazione. Potrebbe esserlo anche qui, in Italia. Perché no? Abbiamo beni culturali straordinari, un clima praticamente perfetto: la sostanza c’è. Affinare il modo di offrirci al turismo e di offrirlo a noi stessi può diventare il traino per tante attività economiche fino a inventare di nuovo l’economia di questo paese. Se la fine del 900 e la prima parte degli anni 2000 sono state segnate dai progressi dell’elettronica e del mondo digitale, la nuova frontiera dell’economia potrebbe diventare quella dei beni culturali. Cultura 2.0. con ampio impiego di qualsiasi risorsa tecnologica possa servire al meglio la capacità della mente umana di gestire la comunicazione dei beni culturali. Vorrebbe dire la creazione di una vivace domanda e di un offerta che scavalchi i mono toni (proprio due parole separate) dell’offerta attuale. I gioielli della Corona a Londra, quelli dei Savoia esposti a Cortina, quelli dei Romanoff in mostra al museo Faberge’. Tre esposizioni, tre diversi significati. La mostra cortinese, dal sapore elitario esaltava il senso d’identità di quei pochi che potevano vantare antenati illustri. Avrebbero potuto esporre anche e solo babbucce da camera, essa non avrebbe perso il suo significato: l’esaltazione di un appartenenza che va al di la dell’attuale conto in banca. La mostra russa richiamava, anche se con diversità di giudizio, fasti ormai andati donando al pubblico il sapore decadente di ciò che è stato e non tornerà. L’esposizione permanente a Londra è viva ed emozionante, un inno alla partecipazione dove ogni perla e ogni diamante erano, sono e saranno parte della vita di ogni visitatore. Com’è possibile, a parità di pregio del materiale esposto, che alcune esposizioni possano essere al più temporanee e aperte a un pubblico ristretto, mentre l’altra è, è stata, e sarà un momento importante per chiunque desideri visitare Londra e sentirsene parte? Luci, colori, odori e suoni non fanno di una mostra un baraccone da circo, ma suscitano nei visitatori l’emozione, il desiderio di tornare in quel posto e faranno in modo che il racconto a un amico, a un collega, sia la migliore promozione per nuove, future visite. Non modificheranno niente che non sia l’emozione di chi guarda. Interpretare significa usare svariati modi per presentare il significato e l’importanza di un elemento e il suo valore utilitaristico. L’interpretazione è parte integrante dell’esperienza che il visitatore vive. E ‘la trasmissione di un significato, il tentativo di suscitare identità e comprensione. Può avvenire in molti modi, utilizzando una grande varietà di mezzi, ognuno studiato per un certo tipo di pubblico. I media che sono adatti per un pubblico potrebbero, infatti, essere non idonei per un altro tipo di fruitori. Le indicazioni per una corretta interpretazione sono determinate dalla natura e dalle circostanze. La ricerca e la conoscenza sono dunque fondamentali. Lo scopo è l’approvazione del pubblico. L’interpretazione del luogo deve aggiungersi alla conservazione del luogo stesso, solo così si riuscirà nell’intento di suscitare consenso per il luogo o per l’opera. Per capire il potere di un opportuna interpretazione da offrire ai visitatori, basta pensare al fine settimana nella casa del professor Waterhouse a Sydney. Una casa e un giardino che simboleggiano un modo di vivere signorile, tranquillo dedicato alla cultura. Il professore era un linguista, grande esperto della coltivazione delle camelie.

La casa è famosa per il suo il giardino progettato dall’architetto William Hardy Wilson, dove il professore coltivò le camelie, ancora sconosciute in quei luoghi, tanto da essere ancora oggi ricordato per la diffusione in Australia della coltivazione di questo fiore. La casa con il suo giardino fornisce l’immagine della famiglia tipo, e della vita suburbana sulla costa nord di Sydney. Negli ultimi anni l’Eryldene Trust ha ampliato i suoi eventi di interpretazione per includere la famiglia Waterhouse, e i loro ricordi. Il giardino è l’oggetto principale dell’interpretazione, e la partecipazione attiva dei membri della famiglia porta la natura e l’uso del giardino nella vita dei visitatori. Alcuni degli usi della famiglia sono stati tradotti in eventi, e ogni agosto, quando le azalee sono in piena fioritura, la signora Waterhouse tiene un tea party pomeridiano, a pagamento, sul prato vicino al campo da tennis dopo il giro turistico nella proprietà. Si tratta di una particolare condizione forse non ripetibile in Italia che però ci permette di comprendere come sia possibile sviluppare interesse e curiosità intorno ad una storia e ai suoi luoghi solleticando il senso di appartenenza del visitatore, regalandogli un attimo della vita del bene che sta conoscendo. Abbiamo Pennabilli e le sue meridiane, abbiamo il burchiello e le ville venete. Abbiamo capolavori dell’arte dei giardini come Ninfa. In Italia abbiamo tutto l’hardware necessario ed anche di più. E’ davvero così complicato installare il giusto software?