Si interrompe la striscia negativa, borse europee in leggero rialzo

71

Il punto. Borsa italiana in lieve rialzo: il Ftse Mib segna +0,25%, il Ftse Italia All-Share +0,27%, il Ftse Italia Mid Cap +0,49%, il Ftse Italia Star +0,43%.

Mercati azionari europei sopra la parità. DAX +0,4%, CAC 40 +0,6%, FTSE 100 +0,4%, IBEX 35 +0,3%.

Poco mossa Tokyo con il Nikkei 225 a +0,22%.
Borse cinesi incerte: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -1,48% circa, mentre a Hong Kong l’indice Hang Seng al momento sale dello 0,1% circa.

Future sugli indici azionari americani al momento oscillano appena sotto la parità. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +1,05%, Nasdaq Composite +1,59%, Dow Jones Industrial +0,64%.

Euro tocca i massimi da ottobre contro dollaro a 1,1454. EUR/USD al momento oscilla in area 1,1410. Mercati obbligazionari eurozona poco mossi. Il rendimento del Bund decennale rispetto alla chiusura precedente scende di 1 bp allo 0,11%, quello del BTP è stabile all’1,29%. Lo spread sale di 1 bp a 118.

Bancari in rialzo: l’indice FTSE Italia Banche segna +0,6%. Con il voto di ieri al Senato è diventato legge il decreto del governo sulla riforma delle banche di credito cooperativo e sull’istituzione di una garanzia pubblica sulla cartolarizzazione delle sofferenze (Gacs). Si incrementano le indiscrezioni sulla creazione di due fondi di garanzia, gestiti dalla Cdp, per la ricapitalizzazione delle banche e per l’acquisto dei crediti deteriorati.

Borse asiatiche
Seduta contrastata, ma sostanzialmente piatta per i mercati dell’Asia (che hanno però accelerato il recupero in chiusura), con i verbali relativi all’incontro di 15 e 16 marzo del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione che si occupa di politiche monetarie), diffusi mercoledì, che hanno evidenziato come la prudenza sia maggioritaria all’interno della Federal Reserve Usa. Gli operatori di mercato ora stimano prossima allo zero la possibilità di un nuovo rialzo dei tassi d’interesse Usa nel prossimo incontro del Fomc previsto per 26 e 27 aprile. E questo ha ulteriormente indebolito il dollaro Usa, che nei confronti del paniere delle sei principali valute viaggia intorno ai minimi di ottobre. 

Di conseguenza il rimbalzo dei corsi del petrolio, già innescato dalla conferma delle stime dell’American Petroleum Institute (Api) per un calo a sorpresa delle scorte in Usa nella settimana chiusa lo scorso 1° aprile, ha ottenuto un’ulteriore spinta: il prezzo del greggio ha toccato un guadagno del 5% in overnight. D’altra parte, l’altro effetto della debolezza del dollaro è stato il rafforzamento dello yen, ai massimi degli ultimi 17 mesi nei confronti della divisa Usa. E questo ha eroso gli iniziali guadagni di Tokyo: a fine seduta però il Nikkei 225 è riuscito a tornare in positivo, guadagnando lo 0,22% (meglio ancora ha fatto l’indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,39%), dopo avere perso circa il 7% nelle ultime due settimane. Giornata positiva anche per Seoul: il Kospi ha però limitato allo 0,13% il suo guadagno al termine delle contrattazioni.

Complessivamente la seduta è stata alla fine in tono positivo, con l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, in progresso di circa lo 0,40% grazie al rally dei titoli del settore biotech in scia al balzo del 5% di Pfizer a Wall Street dopo la cancellazione della fusione da 160 miliardi di dollari con Allergan su modifiche alle normative Usa sulla cosiddetta tax inversion (il cambio di residenza a fini fiscali). Seduta positiva anche per Sydney, con gran parte dei titoli di petrolio e materie prime in crescita, che hanno compensato la performance debole di finanziari e retail. L’S&P/ASX 200 ha segnato un guadagno dello 0,37% al termine della seduta. 

Scambia intorno a un simile progresso anche l’Hang Seng di Hong Kong, mentre l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, è in modesto declino in scia alle performance negative di Shanghai e Shenzhen, che alla fine sono risultate le uniche piazze della regione a segnare perdite. Avvicinandosi alla chiusura Shanghai ha comunque ridotto il suo declino dall’iniziale 1% e la perdita di Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 è inferiore al mezzo punto percentuale. Performance simile anche per lo Shenzhen Composite.

Borsa Usa
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,64%, l’S&P 500 l’1,05% e il Nasdaq Composite l’1,59%. A spingere i listini sono stati i forti rialzi di petrolio e settore farmaceutico. Inoltre i verbali dell’ultima riunione del Fomc hanno confermato l’atteggiamento prudente sull’incremento dei tassi già espresso del numero uno della Fed Janet Yellen. Sul fronte societario bene il comparto energetico grazie al balzo del prezzo del petrolio. Il Wti ha recuperato il 5% dopo i dati sulle scorte, diminuite a sorpresa la scorsa settimana.

Sugli scudi il settore farmaceutico ed in particolare Pfizer +5,01% dopo aver rinunciato alla fusione da 160 miliardi di dollari con la rivale Allergan. Tra i singoli titoli Constellation Brands +5,93%. Il gruppo delle bevande alcoliche ha annunciato una trimestrale superiore alle attese, ha alzato il dividendo ed ha comunicato l’acquisto di Prisoner Wine Co. Nel quarto trimestre l’utile si è attestato a 1,19 dollari per azione contro gli 1,14 dollari indicati dal consensus. Meglio del previsto anche i ricavi, cresciuti del 14% a 1,543 miliardi (consensus 1,521 miliardi). 
La società ha aumentato il dividendo trimestrale del 29% a 0,40 dollari per azione classe A e 0,36 dollari per azione classe B. Constellation Brands ha anche annunciato l’acquisto del marchio di vini di alta gamma Prisoner Wine Co. per circa 285 milioni di dollari.

Monsanto +1,07%. Il gruppo delle biotecnologie agrarie ha pubblicato una trimestrale deludente ed ha rivisto al ribasso le stime per l’intero esercizio. Nel secondo trimestre l’utile è diminuito a 1,06 miliardi di dollari (2,41 dollari per azione) da 1,43 miliardi dello stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono calati a 4,53 miliardi da 5,2 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 2,42 dollari su ricavi per 4,73 miliardi. Per l’esercizio in corso l’utile per azione è atteso tra 3,72 e 4,48 dollari contro il range della precedente guidance a 4,12-4,79 dollari.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in leggero rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,25%, il Ftse100 di Londra lo 0,15% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,05%.
Nel mese di febbraio in Francia la bilancia commerciale ha segnato un deficit pari a 3,9 miliardi di euro, superiore alla rilevazione precedente e alle attese (pari a 1 mld di euro). Le esportazioni sono scese a 38,1 mld di euro da 38,0 mld di gennaio, mentre le importazioni si sono attestate a 43,3 mld di euro da 42,1 mld del mese precedente.
In Spagna la produzione industriale a febbraio è cresciuta del 2,2% su base annua contro il +3,2% di gennaio e il +3,2% indicato dagli analisti. 

Italia
Piazza Affari ha interrotto la striscia negativa. Ieri infatti l’indice Ftse Mib ha chiuso la seduta con un progresso dello 0,77% a 17.240 punti.

Segnali contrapposti sul fronte bancario sempre sotto i riflettori. La soluzione pensata a Palazzo Chigi, per la ricapitalizzazione delle banche e per l’acquisto dei crediti deteriorati, prevede la creazione di un veicolo partecipato dalle banche e dalle Fondazioni, con il sostegno della CDP, per formare una rete di sicurezza per le prossime ricapitalizzazioni. In particolare per l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza che ha come garante unico Unicredit. Il titolo dell’istituto di piazza Gae Aulenti ha chiuso la seduta con un rialzo dell’1,71% a 2,974 euro.
Gli acquisti hanno premiato anche Intesa SanPaolo (+1,18% a 2,238 euro) e Montepaschi (+2,71% a 0,474 euro). Quest’ultima potrebbe invece beneficiare del secondo veicolo ipotizzato a livello governativo: un vero fondo d’investimento specializzato nell’acquisto dei crediti deteriorati, gli ormai famosi Non performing loans (Npl).
Ancora sotto una pioggia di vendite, invece, Banco Popolare (-3,38% a 4,744 euro) e Popolare di Milano (-1,39% a 0,533 euro). Tonica A2A (+4,26% a 1,176 euro) dopo aver pubblicato i conti del 2015 che hanno sorpreso positivamente gli analisti, soprattutto per quanto riguarda l’indebitamento.
Piatta Mediaset (invariata a 3,452 euro) in attesa dell’annuncio del maxi accordo con Vivendi. L’accordo, come ormai noto, è di ampia portata perché riguarderà la struttura azionaria, la governance e i contenuti. Lo scambio azionario riguarderà il 3,5% di ciascuna società, ma in questo caso entra in gioca l’enorme differenza di capitalizzazione tra il colosso francese (25 miliardi di euro) e la società di Cologno Monzese (4,5 miliardi). Il 3,5% vale quindi 150 milioni per Mediaset e 870 milioni per Vivendi. Per colmare il gap Mediaset Premium cederà la sua pay-tv ai francesi, che verrà integrata con Canal+.
Positiva invece Buzzi Unicem (+0,73% a 15,25 euro) con gli analisti di Goldman Sachs che hanno confermato il giudizio buy sul titolo del gruppo del cemento.

I dati macro attesi oggi
Giovedì 7 Aprile 2016

EUR Intervento Draghi (BCE);
08:45 FRA Bilancia commerciale Feb;
09:00 SPA Produzione industriale Feb;
09:30 GB Indice Halifax (prezzi abitazioni) Mar;
13:30 EUR Verbali BCE;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
23:30 USA Intervento Yellen (Fed).