Siccità, la pioggia non basta. Solo l’11% “diventa” acqua

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L’Italia resta un paese piovoso con circa 300 miliardi di metri cubi d’acqua che cadono annualmente cadono, ma per le carenze infrastrutturali se ne trattengono solo l’11%. E’ quanto afferma la Coldiretti, nel sottolineare che secondo l’ultimo monitoraggio del 24 luglio il Po al Ponte della Becca è sceso di 3,30 metri sotto lo zero idrometrico, circa 70 centimetri più basso dello scorso anno mentre a Piacenza è di -0,41, circa 35 centimetri più basso. Dal bacino idrografico del Po, ricorda l’associazione, dipende direttamente il 35% dell’agricoltura nazionale ma lo stato di sofferenza è esemplificativo della situazione nella Penisola dove i due terzi del territorio nazionale sono in una situazione di difficoltà idrica. “Aumento delle temperature estive, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, più elevato numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, ma soprattutto modificazione della distribuzione delle piogge e aumento dell’intensità delle precipitazioni sono gli effetti dei cambiamenti climatici che – sottolinea la Coldiretti – richiedono interventi strutturali”. “L’Italia è costretta ad affrontare una grave emergenza che è già costata all’agricoltura perdite per 2 miliardi e che mette a rischio la disponibilità di acqua per usi civili perché – aggiunge l’associazione – è mancata la programmazione in un Paese che è ricco della risorsa acqua, ma che deve fare i conti con cambiamenti climatici in atto. Di fronte alla tropicalizzazione del clima serve organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e per poi distribuirla in quelli più siccitosi”.  “Insieme alle necessarie misure per affrontare l’emergenza con lo stato di calamità occorrono interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini aziendali e utilizzando anche le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana”, commenta il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo. “Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte – sottolinea Moncalvo – per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti. Ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio e la competitività dell’intero settore alimentare”, conclude il presidente dell’associazione.