Palermo, 26 ago. (AdnKronos) – “Oggi ho ricevuto questa proposta da un’area abbastanza ampia che tiene insieme forze, partiti e movimenti di sinistra. Ci sto pensando, mi sono preso 24 ore di tempo per decidere in un senso o nell’altro. Lunedì scioglierò la riserva”. A dirlo all’Adnkronos è Claudio Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia, l’uomo su cui la sinistra punta per una candidatura autonoma alla Presidenza della Regione siciliana alle regionali d’autunno, dopo il no di bersaniani e Sinistra Italiana all’alleanza con gli uomini di Alfano. Cinque anni fa, Fava non poté candidarsi per un cavillo burocratico: non aveva spostato in tempo la residenza in Sicilia.
“Essere rimasti al tavolo da poker aspettando l’ultima mano di Alfano che avrebbe deciso se concedere i propri favori al centrodestra o al centrosinistra è uno scenario malinconico – dice all’Adnkronos Claudio Fava, vice presidente della commissione parlamentare Antimafia -. La Sicilia, la sua vocazione politica, il desiderio di riscatto da una lunga stagione di pessima politica è diventata carne da macello per trattative romane. Questo è irresponsabile”. Per Fava che scioglierà lunedì la riserva sulla sua discesa in campo per Palazzo d’Orleans: “E’ irresponsabile sul piano politico chiamare in questa alleanza Alfano per ciò che rappresenta in Sicilia la sua esperienza ed è inaccettabile sul piano morale il modo in cui la Sicilia è diventata una moneta da scambiare sui tavoli romani in favore di una legge elettorale. E’ una cosa molto offensiva nei confronti dei siciliani”.
“Il modello Palermo è un sindaco che si ricandida per cercare una continuità amministrativa – dice all’Adnkronos Claudio Fava -. Qui, invece, si tratta di costruire una forte discontinuità con il presidente della Regione uscente, con la maggioranza che lo ha sostenuto e con il ruolo che ha avuto anche Alfano in questa maggioranza. Sono due esperienze totalmente asimmetriche”. “Non c’era nessuna preclusione nei confronti del rettore di Palermo, una persona perbene, e nessuna obiezione a costruire una coalizione che lo esprimesse come candidato – spiega Fava -. L’unico punto posto dalla sinistra era che questa coalizione non venisse definita in funzione di accordi romani con Alfano e che avesse una forte omogeneità politica”. Per Fava, allora, l’errore del sindaco Leoluca Orlando, big sponsor del campo largo è “nel considerare la presenza o meno di Alfano nell’alleanza un dettaglio insignificante”. “In Sicilia serve un voto che riscatti l’Isola dai comitati di affari, dalle vecchie politiche, dai conventicoli di potere che l’hanno governata negli ultimi 20 anni – conclude -. O si fa guardando in alto e in avanti oppure se il candidato governatore sarà espressione di una mediazione al ribasso e sarà costretto a tenere conto della coalizione che lo esprime. Oggi la Sicilia ha bisogno di una scelta di forte e assoluta libertà di azione politica che si ponga lontano dal passato”.