Siri: “Passo indietro? Io lavoro”

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Roma, 19 apr. (AdnKronos) – “Passo indietro? Io lavoro”. Risponde così all’AdnKronos il sottosegretario leghista alle Infrastrutture, , sulla richiesta di dimissioni arrivata dal Movimento 5 Stelle dopo la notizia dell’inchiesta per corruzione che lo vede coinvolto. Con il ministro 5S Danilo Toninelli, che gli ha tolto le deleghe, “non c’è stato nessun contatto” ad ora, spiega ancora il ‘padre’ della Flat Tax.

Che Siri sia “tranquillo e sono tranquillo io” ha poi rassicurato anche il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a margine di un incontro con Eduardo Bolsonaro, parlamentare brasiliano e figlio del presidente, a Milano. Salvini ha spiegato di aver sentito Siri.GLI INQUIRENTI – I magistrati romani stanno passando al setaccio i documenti acquisiti durante le perquisizioni a casa e negli uffici dell’imprenditore Franco Paolo Arata, accusato di avere “dato o promesso” 30mila euro al  sottosegretario Siri, indagato per corruzione. In particolare gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Mario Palazzi, sono al lavoro sui bilanci di alcune società e sui file contenuti nei computer e nei telefonini sequestrati: l’attenzione è concentrata sui flussi bancari per cercare di far luce sui rapporti che l’imprenditore ha avuto non solo con l’esponente della Lega, ma anche con altri personaggi della politica.

DI MAIO – Intanto Di Maio attacca ancora: “Trovo gravissimo che la Lega con così tanta superficialità, ogni volta che gli gira, minacci di far cadere il governo – evidenzia il vicepremier in un post -. Ma poi per cosa? Per non mettere in panchina un loro sottosegretario indagato per corruzione (che potrà poi rientrare nel governo laddove, mi auguro, si risolvesse positivamente la questione) sono pronti a far saltare tutto e a tornare con Berlusconi? Questo è il valore che danno all’Italia?”.

“Scusatemi, ma – sottolinea Di Maio – è stato proprio il MoVimento 5 Stelle a bloccare i tentativi del sottosegretario leghista Siri di introdurre alcune misure diciamo un po’ controverse. E anche i giornali oggi ne danno conto. Noi ce le ricordiamo: quando arrivarono sui nostri tavoli ci sembrarono strane e le bloccammo. Questo dimostra che gli anticorpi del Movimento ci sono e sono ancora forti. Senza di noi chissà cosa sarebbe accaduto”.