Smart city, Gubiani (Check Point): “Sono il futuro. Ma siamo indietro per infrastrutture e cultura”

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Roma, 28 ott. (AdnKronos) – Città interconnesse, servizi digitali fruibili da qualsiasi posto, dati condivisi e autovetture collegate tra loro. Il futuro delle smart city non è lontano, ma tra infrastrutture oggi carenti e scarsa maturità culturale “la strada da percorrere è ancora lunga e impervia e si dovrà scontrare non solo con le tecnologie, ma anche con la necessità di implementare normative adeguate a indirizzare, arbitrare e regolamentare tutte le parti che saranno interconnesse”. Parola di David Gubiani, security engineering manager dell’azienda specializzata in sicurezza informatica Check Point.

“Siamo sicuramente indietro sia in termini di infrastrutture sia in termini di maturità culturale – dice all’Adnkronos – per dare una vera svolta in questo senso e manca una sinergia tra le varie componenti di un puzzle che a gran velocità si sta formando. Intendo le singole tecnologie applicabili alle diverse tipologie di strumenti e infrastrutture. Ciò non riguarda solamente l’Italia ma la maggior parte dei Paesi sviluppati”, precisa però Gubiani.

Altro tassello, quello della sicurezza informatica. Esiste la figura professionale di chi interviene in seguito a un ‘disastro digitale’, come può essere un attacco hacker a un’infrastruttura sensibile, ma oggi non basta: “Nelle aziende ci sono gruppi di Incident response, ma non sono adottati da tutte le imprese e spesso ci si affida a terze parti”. Sarà quindi un lavoro del futuro, prevede Gubiani, spinto dalla “necessità di far fronte a problematiche informatiche sempre più complesse e dalla necessità di ottemperare a determinate linee guida imposte dalle normative sempre più puntuali e stringenti”.

“Fondamentale”, così la definisce il top manager, la sicurezza nei trasporti interconnessi delle smart city: “In particolar modo laddove la tecnologia può, in mancanza di adeguate misure di sicurezza, comportare un rischio per le persone. Nei trasporti pubblici – spiega Gubiani – la questione è al massimo dell’attenzione per la natura stessa della sua funzione”.

E poi, l’internet of things, altra nota dolente sul fronte della sicurezza e dell’interconnessione tra dati, anche se qualcosa si muove: “Siamo in una fase in cui è necessario creare consapevolezza. I vendor di sicurezza lo stanno già facendo, sarebbe auspicabile vedere lo stesso da parte dei produttori di device IoT. Sicuramente lo scenario inizia a essere oggetto di preoccupazione in particolar modo in ambito aziendale: siamo ancora comunque indietro rispetto a dove dovremmo già essere”, commenta Gubiani.