Smart working (e Dad) al centro della modificazione dei processi produttivi (e formativi)

(fonte foto Pixabay)

Smart working e Dad accelerano la rivoluzione dei processi produttivi e formativi. Lo sfondo di una raffica di fasi problematiche  sanitarie ed economico-demografiche del Covid 19 e delle diverse facce che stanno rappresentando i problemi opposti proprio nel quadro dei periodi alternati di lock-down stagliano due categorie di strumentazioni  e del relativo ricorso agli ammortizzatori conseguenziali: lo smart working e la Dad.
Lo smart working, in detto periodo di crisi, ha assicurato, per quanto possibile, attività produttive non dai  luoghi di lavoro,  e la Dad concentratasi specialmente nell’ultimo paio di anni, ha assicurato, per quanto possibile, la ricezione di attività di processi educativi (prima formazione, trasferimenti di competenze, di esperienze lavorative, facilitare formazione permanente e ricorrente) procurando  un vero e proprio “valore aggiunto” consistente nella diffusione di una nuova mentalità invasiva delle procedure Dad in tutti i campi del sapere e aggiornando la prima  didattica blended, presente sin  dagli anni’80, (come posso testimoniare, per esperienza personale, dell’Università degli studi di Napoli Parthenope, nella quale fui Rettore dal 2010-2016) – dove gli studenti, sin da allora, potevano fruire di un vero e proprio corso di laurea in Informatica, della facoltà di Scienze (allora marittime) –a quello tradizionali delle lezioni frontali, ambedue fruttuosamente coordinati nella fase iniziale  dall’antesignano collega, prof. Giulio Giunta.
Non si poteva forse immaginare che Smart Working e Dad fossero prodomici, ad iniziare dal vocabolario di un vero e proprio flusso di parole, e dalla letteratura  di vere e proprie  idee per una nuova “riorganizzazione”, delle unità produttive da una parte e formative dall’altra, fosse al centro, quindi, di un segnale evolutivo sicuro per l‘intera società.   
Un  probabilemovimento,all’inizio, ma in pochissimo tempo, diventato sicuro che tanto più forte a condizione di realizzare la difesa della produttività, valida per qualunque sistema economico alla base, si impone di assicurare, esso stesso la necessaria tutela  del capitale umano che va  stimato statisticamente  e rilevato contabilmente per la sua complessiva  quantificazione.

In alcuni Paesi la settimana lavorativa, a decorso sempre più breve nel tempo di quello attuale, è una realtà   più concreta che  sposandosi, come si è detto,  con un miglioramento dellaproduttività,  favorisce un’inversione dei valori insiti in ognuno di noi sistemando, in modo nuovo, la scala gerarchica   degli aspetti principali afferenti alla vita personale.

Le  rivoluzioniSmart-working e Dad e consentono di cimentarsi con i pilastri di quelle competenze che consentono di dedicare anche per tre giorni settimanali, ad un lungo week end, al proprio relax  adempiendo a ciò che non si riesce a  portare a termine nei giorni lavorativi. L’auspicio atteso o la lotta da realizzare è  che la remunerazione della forza lavoro  non sia intaccata e che venga assicurata a parità di produttività. Sarebbe limitativo pensare di attuare tutto questo prendendo a prestito e traslare  mutatis mutandis  l’immagine kuznetsiana  della “parità di tecnologia dei processi produttivi” associato allo slogan “lavorare meno lavorare tutti”  noto anche per essere  stato ripreso 8 anni  fa  da Claudio Gnesutta. che affrontò la portata politica su il Manifesto.

Si aprono a questo punto vari percorsi di investigazione scientifica per affrontare il problema, non tutti forieri di  risultati positivi per spiegare soddisfacentemente la riduzione dell’orario di lavoro a favore di tutto un collettivo di lavoratori. Si rimanda per alcuni effetti della transizione scuola-lavoro (TSL) all’articolo “Così smart working e Dad accelerano la rivoluzione dei processi produttivi e formativi” di questo blog (https://www.ildenaro.it/cosi-smart-working-e-dad-accelerano-la-rivoluzione-dei-processi-produttivi-e-formativi/)

Il tema è molto ricco di scottanti, e al tempo stesso, di interessantissime evoluzioni che comportano importanti effetti peri territori, per il Paese, per l’Europa, al Globo intero, alle categorie professionali che vogliono tenersi informate, ai giovani, in formazione ed alla loro assorbimento nel mercato del lavoro, alla transizione nei comparti, agli anziani, ai pensionati, ecc., assieme alle generazioni future tanto citate in tema di impegni per loro a che le nostre scelte, a partire da quelle di oggi, siano compatibili col rispetto loro dovuto (dei vincoli) nonché, quelli più affinati e sensibili, con decisioni compensatorie circa i danni già procurati dalle precedenti generazioni.
La situazione va quindi monitorata, trattandosi di una tematica base e filtro, per altro ed, a questo scopo, è possibile farlo con soddisfazione, seguendo un sindacato, presente in tutte le Regioni italiane, con legami e propaggini,in itinere,di valenza europea che è in continuo contatto con le istituzioni preposte, Parlamento incluso, alla redazione ed alla approvazione dei decreti legislativi, oggi di moda.

Per ulteriori approfondimenti:

– FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche  (https://it.wikipedia.org/wiki/Federazione_lavoratori_pubblici_e_funzioni_pubbliche)
– CISE – Confederazione indipendente sindacati europei
(https://it.wikipedia.org/wiki/Confederazione_indipendente_sindacati_europei)
– Marco Carlomagno
(https://www.linkedin.com/in/marcocarlomagno/?originalSubdomain=it)