Solo chi non ha necessità di ricorrere a terzi per un bisogno primario può considerarsi libero

in foto il premier Mario Draghi con il presidente algerino Tebboune in una sua recente visita a Roma (Imagoeconomica)

La settimana è iniziata bene, se è vero che i problemi vanno risolti dando la precedenza ai più importanti, ancor più se impellenti. Quello più in cima alla lista fino a prima che il capriccio degli insetti al governo, i cosiddetti grillini, rubasse la scena, era il fabbisogno di gas per uso civile e industriale a turbare il sonno degli italiani e, più o meno nella stessa misura, quello degli altri europei. Il premier Draghi si è recato ieri a Algeri con sei ministri al seguito e, facendo un vero tour de force, quel gruppo di lavoro ha concluso ben quindici accordi con il governo del paese che li ha ospitati. Il più importante è certamente quello che riguarda la fornitura di gas, ma poco meno lo sono anche gli altri che spaziano dalla realizzazione di infrastrutture alla formazione di un organismo che ostacoli la criminalità dilagante, di ogni genere, su una riva e sull’altra del Mediterraneo. Per quanto riguarda il gas, il governo di Algeri, per mano del suo ente che si occupa dell’estrazione e della commercializzazione degli idrocarburi in quel paese, la Sonatrach, ha ampliato l’accordo concluso lo scorso aprile con l’Eni, aumentando da subito il quantitativo di gas che già sta arrivando agli utenti italiani. Nella conferenza seguita ai lavori, Draghi ha precisato che così l’Algeria ha preso il posto della Russia, diventando il primo fornitore di gas del Paese, consentendogli di allentare di molto la sua dipendenza energetica dal Cremlino.
La missione, compiuta come è noto a tappe forzate, è rientrata già nella tarda serata di lunedì perché, quasi a voler dare atto della maggiore quantità di gas disponile, Roma brucia. Lo fa tra le fiamme ancora più disdicevoli di quelle appiccate dai soldati dell’Armata Rossa ai campi di grano dell’Ucraina. L’augurio della maggior parte degli italiani è che quanto il Primo Ministro ha portato a casa dall’Africa sia riconosciuto come l’ennesima risposta con i fatti alle chiacchiere da comitato per l’elezione di miss Centocelle e non il suo canto del cigno. Lunedì si sono concretizzate altre situazioni che erano in gestazione, la più importante probabilmente quella che ha visto all’opera, anche lei in trasferta, precisamente in Azerbaijan, la Signora Commissario Von der Leyen. Anche lei ha concluso un importante accordo di fornitura, questa volta per la EU e per essa i suoi paesi. Il governo azero ha formalizzato con lei l’impegno di fornitura di una quantità più che cospicua di gas. A tal riguardo è opportuno evidenziare che il più grande giacimento della terra dello stesso sia localizzato in quel paese. Avverrà così che l’ultimo tratto che il gas proveniente da quelle contrade percorrerà per arrivare in Europa sarà il TAP. Tale gasdotto è stato completato dopo che una cellula di ambientalisti italiani da salotto, ben altri personaggi rispetto agli ambientalisti tout court, aveva tentato di bloccare pretestuosamente i lavori relativi al tratto italiano, precisamente nel Salento. Così l’Italia, più specificamente il suo meridione, a breve si troverà a essere il centro di smistamento del gas che arriverà dall’Africa e dalle ultime propaggini orientali europee a cavallo con l’Asia. Oltre l’importanza strategica di tale nuovo assetto della distribuzione internazionale del gas, è facile immaginare il business che si creerà attorno a esso, con notevoli ricadute sull’ occupazione. Il risultato più importante di queste operazioni resta comunque l’affrancamento energetico non solo dell’Italia, ma di tutta l’Europa, compresa l’Inghilterra, dal Cremlino. Solo quando una persona, un ente, uno stato e così proseguendo non ha la necessità di dover ricorrere a terzi per soddisfare un bisogno primario, esso può considerarsi libero. Nel contado riassumono il concetto oggettivamente e soggettivamente, ripetendo che fin quando non si lavora in un fondo proprio, si dipende in qualche modo da chi ne è proprietario. Inoltre, quando uno specialista della zappa vuole scagliare verso qualcuno un anatema particolarmente temuto, gli augura di trovarsi in soggezione di qualcuno. Ciò considerato, il quadro prospettico del Paese a prima vista potrebbe essere paragonato a quello del naufrago che, insieme a altri compagni di sventura, dopo tante peripezie, avvista la terra ferma. Invece non è cosi, il paragone non regge perché nel caso della sola avaria, almeno finora, della nave Italia, parte dell’equipaggio pensa e fa tutt’altro che cercare di condurre la stessa in porto. Viene alla mente la strana storia di quei minuscoli roditori dell’ Europa del Nord che, all’improvviso, come se fossero richiamati da qualcosa di soprannaturale, si precipitano in massa dalle scogliere nel mare, andando incontro a fine certa. Mercoledì qualcosa di simile potrebbe accadere a Roma, nelle aule parlamentari. Il gesto estremo potrebbe vedere protagonisti non degli animali, bensì una forma di vita che si attesta molto più in basso nel quadro che rappresenta il sistema biologico di questo mondo. Essa si manifesta in forma di piccoli grilli che, a differenza di quello umanizzato e parlante della favola di Pinocchio, sono disumanizzati e farneticanti, della serie di quanti non sanno nemmeno essi stessi cosa cercano. Avviso ai naviganti: del loro antesignano, quello della favola appena citata, a distanza di anni si ricordano in molti. Per essi, gli epigoni, se riusciranno nel loro intento, cioè di completare l’attentato a Draghi, interverrà la damnatio memoriae e saranno retrocessi in men che non si dica nel nulla da dove provengono. Sempreché non sbarrino loro la strada coloro che li hanno preceduti. Come a significare che esiste un limite anche per i comportamenti piu dissennati.