Sottovarianti di Omicron eludono l’immunità dei vaccini e gli anticorpi

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Le due sottovarianti di Omicron, BA4 e BA5, sono ancora più capaci a evadere l’immunità indotta da vaccini e gli anticorpi che funzionavano sulle precedenti varianti di SARS-Cov-2. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nature e condotto presso la Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeons. Le sottovarianti BA.2.12.1, BA.4 e BA.5 sono in rapida espansione in tutto il mondo, con BA.4/5 che ora costituiscono più del 50% dei nuovi casi di COVID negli Stati Uniti. Si ritiene che queste sottovarianti siano ancora più trasmissibili delle precedenti sottovarianti omicron, a causa di diverse nuove mutazioni nella proteina spike. “Il virus continua a evolversi, come previsto, e non sorprende che queste nuove sottovarianti più trasmissibili stiano diventando sempre più dominanti nel mondo”, afferma David Ho che ha condotto il lavoro. “Capire come i vaccini e i trattamenti anticorpali attualmente disponibili resistono alle nuove sottovarianti è fondamentale per sviluppare strategie per prevenire forme gravi di infezione, ospedalizzazioni e decessi, se non addirittura l’infezione”. In questo studio Ho ha studiato la capacità di neutralizzare le nuove sottovarianti da parte degli anticorpi di individui che hanno ricevuto almeno tre dosi di un vaccino a mRNA o che hanno ricevuto due vaccini e sono stati poi infettati da omicron. Lo studio ha rivelato che mentre BA.2.12.1 e’ solo modestamente più resistente di BA.2 nei soggetti vaccinati e sottoposti a dose booster, BA.4/5 erano almeno quattro volte più resistenti del loro predecessore. Inoltre, gli scienziati hanno testato la capacita’ di 19 trattamenti con anticorpi monoclonali di neutralizzare le varianti e hanno scoperto che solo uno dei trattamenti con anticorpi disponibili e’ rimasto altamente efficace sia contro BA.2.12.1, sia contro BA.4/5. “Il nostro studio suggerisce che, poiché queste sottovarianti altamente trasmissibili continuano a espandersi in tutto il mondo, porteranno a un maggior numero di infezioni nelle persone vaccinate anche con dosi booster”, conclude Ho.