Sparatoria a Bruxelles: trovata una bandiera dell’ISIS, si cercano altri ancora in fuga

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Due persone sono state fermate nel corso delle perquisizioni della notte scorsa ma i due fuggitivi scappati dopo la sparatoria svoltasi martedì a Forest, sono ancora in fuga. Lo ha detto il procuratore federale titolare dell’inchiesta precisando che al momento non è certo che i due fermi siano coinvolti nella sparatoria.

Arrestati i due fuggitivi, scappati dalla sparatoria di ieri a Forest. Lo rende noto il sito belga Derniere Heure. Il Procuratore federale belga, ch parlerà alle 10,30, non ha nè smentito, nè confermato la notizia dell’arresto, pubblicata anche da altre fonti. Secondo una di queste Vtm Nieuws, uno dei due sospetti è stato fermato già ieri sera, mentre l’altro stamattina. 

Sarebbero due fratelli, già conosciuti dalle forze di polizia belga, i due arrestati in fuga dopo la sparatoria di ieri a Forest. Lo rende noto Derniere Heure, un sito di notizie belga. 

Una bandiera dell’Isis è stata ritrovata dentro l’appartamento da cui è partita ieri a Bruxelles la sparatoria contro la polizia. Sono stati rinvenuti anche 11 caricatori per kalashnikov e tantissime munizioni. Lo ha detto il procuratore federare titolare dell’inchiesta.

“Non c’è alcuna minaccia specifica che pende sulle istituzioni o sui cittadini. S’è trattato solo di una perquisizione che è andata storta”. Lo ha detto Marc Jean Ghyssels, il Borgomastro di Forest, una sorta di sindaco paragonabile al presidente di circoscrizione di una nostra grande città.

“Già ieri, il livello dell’allerta è stata mantenuta al livello 3. Una nuova valutazione sarà fatta oggi dalla Ocam (l’organismo del ministero degli Interni chiamato a giudicare, sulla base delle informazioni d’intelligence, il pericolo da terrorismo)”. Lo ha detto il premier belga Charles Michel.

La ricostruzione dei fatti alle ore 23 del 15 marzo
(di Lucia Sali)

Un sospetto terrorista morto che non è Salah Abdeslam, forse altri due in fuga, quattro poliziotti feriti e un altro quartiere della capitale d’Europa bloccato. A quattro mesi dagli attacchi di Parigi, Bruxelles ripiomba nella paura. Questa volta però a colpire sono state le forze di polizia belghe e francesi, proprio nell’ambito delle indagini sul massacro del 13 novembre, con una perquisizione del quartiere di Forest. Dove alla rue du Dries hanno suonato, questa volta, alla porta ‘giusta’. Era partita come una delle numerose altre operazioni di routine condotte sin dall’indomani degli attentati di Parigi, sulle tracce del ricercato n.1 Salah Abdeslam nonché delle menti e basisti del venerdì nero della capitale francese. Da dopo gli attacchi, Bruxelles e Parigi hanno deciso di unire le forze e di collaborare nelle indagini per snidare i jihadisti, e da diverso tempo stanno compiendo operazioni congiunte. Questa volta erano sulle tracce delle false identità utilizzate dal gruppo di terroristi per preparare gli attacchi, seguendo la pista delle conoscenze di alcuni degli 11 arrestati in Belgio, di cui almeno uno, un amico del kamikaze dello Stade de France, Bilal Hadfi, legato proprio a Forest.

Gli attentati di Parigi 

Le forze di polizia hanno suonato nel primo pomeriggio, verso le 15, alla porta di un appartamento in rue du Dries, che in teoria doveva essere vuoto. Immediatamente partono, attraverso la porta chiusa, colpi di arma da fuoco che feriscono tre poliziotti. Alle 15.20 altra raffica di colpi, e un quarto ferito, più grave. Almeno una persona si dà alla fuga attraverso i tetti, per nascondersi in un terreno abbandonato poco distante dove viene inviato in ricognizione un cane con videocamera, subito obbligato a ripiegare sotto i colpi d’arma da fuoco.

LE FOTO DEL BLITZ

Scatta intanto il perimetro di sicurezza nel quartiere, che terrà in ‘ostaggio’ i bambini di quattro scuole ‘messi in sicurezza’ sino a ora di cena. Verso le 18 parte il blitz delle forze speciali, con elicotteri per localizzare il o i fuggitivi, e cecchini sui tetti. Nell’appartamento, ormai ‘ripulito’, viene ritrovato il cadavere di uno dei sospetti terroristi. Pochissimi i dettagli fatti filtrare dalla Procura federale belga e dalla polizia, che durante il culmine dell’operazione hanno chiesto a media e cittadini di non comunicare sui social – come già avvenne a novembre quando la rete si riempì di gattini – sulla localizzazione degli uomini della squadra franco-belga per non compromettere il risultato della loro azione. Unica certezza, la persona uccisa nello scontro a fuoco “non è Salah Abdeslam”, ha confermato la Procura, aggiungendo che la sua identità “non è ancora nota”. Secondo quanto riferiscono alcuni media belgi, si tratterebbe di una persona completamente sconosciuta alle forze dell’ordine.

Salah e Abrini, le ‘primule rosse’ di Parigi LEGGI

L’operazione non è ancora completamente conclusa, con una serie di verifiche che la scientifica e la magistratura stanno compiendo nella casa occupata dai sospetti jihadisti dove sarebbero stati trovati kalashnikov e gas lacrimogeno, secondo alcuni media. Se la maggior parte degli abitanti della zona coinvolta dal perimetro di sicurezza sono pian piano rientrati a casa scortati dalla polizia, alcuni di loro dovranno passare la notte fuori in locali messi a disposizione del comune di Forest. Perché, mentre si sono mobilitati anche il premier belga Charles Michel e il Consiglio di sicurezza nazionale, uno o forse più terroristi sembrano essere riusciti a darsi alla fuga. E Salah, insieme al compare Mohamed Abrini, è tuttora introvabile.

 

Il quartiere è stato bloccato. Alunni per ore chiusi in una scuola – IL RACCONTO – dell’inviata

Due persone sono state fermate nel corso delle perquisizioni della notte scorsa ma i due fuggitivi scappati dopo la sparatoria svoltasi martedì a Forest, sono ancora in fuga. Lo ha detto il procuratore federale titolare dell’inchiesta precisando che al momento non è certo che i due fermi siano coinvolti nella sparatoria.

Arrestati i due fuggitivi, scappati dalla sparatoria di ieri a Forest. Lo rende noto il sito belga Derniere Heure. Il Procuratore federale belga, ch parlerà alle 10,30, non ha nè smentito, nè confermato la notizia dell’arresto, pubblicata anche da altre fonti. Secondo una di queste Vtm Nieuws, uno dei due sospetti è stato fermato già ieri sera, mentre l’altro stamattina. 

Sarebbero due fratelli, già conosciuti dalle forze di polizia belga, i due arrestati in fuga dopo la sparatoria di ieri a Forest. Lo rende noto Derniere Heure, un sito di notizie belga. 

Una bandiera dell’Isis è stata ritrovata dentro l’appartamento da cui è partita ieri a Bruxelles la sparatoria contro la polizia. Sono stati rinvenuti anche 11 caricatori per kalashnikov e tantissime munizioni. Lo ha detto il procuratore federare titolare dell’inchiesta.

“Non c’è alcuna minaccia specifica che pende sulle istituzioni o sui cittadini. S’è trattato solo di una perquisizione che è andata storta”. Lo ha detto Marc Jean Ghyssels, il Borgomastro di Forest, una sorta di sindaco paragonabile al presidente di circoscrizione di una nostra grande città.

“Già ieri, il livello dell’allerta è stata mantenuta al livello 3. Una nuova valutazione sarà fatta oggi dalla Ocam (l’organismo del ministero degli Interni chiamato a giudicare, sulla base delle informazioni d’intelligence, il pericolo da terrorismo)”. Lo ha detto il premier belga Charles Michel.

La ricostruzione dei fatti alle ore 23 del 15 marzo
(di Lucia Sali)

Un sospetto terrorista morto che non è Salah Abdeslam, forse altri due in fuga, quattro poliziotti feriti e un altro quartiere della capitale d’Europa bloccato. A quattro mesi dagli attacchi di Parigi, Bruxelles ripiomba nella paura. Questa volta però a colpire sono state le forze di polizia belghe e francesi, proprio nell’ambito delle indagini sul massacro del 13 novembre, con una perquisizione del quartiere di Forest. Dove alla rue du Dries hanno suonato, questa volta, alla porta ‘giusta’. Era partita come una delle numerose altre operazioni di routine condotte sin dall’indomani degli attentati di Parigi, sulle tracce del ricercato n.1 Salah Abdeslam nonché delle menti e basisti del venerdì nero della capitale francese. Da dopo gli attacchi, Bruxelles e Parigi hanno deciso di unire le forze e di collaborare nelle indagini per snidare i jihadisti, e da diverso tempo stanno compiendo operazioni congiunte. Questa volta erano sulle tracce delle false identità utilizzate dal gruppo di terroristi per preparare gli attacchi, seguendo la pista delle conoscenze di alcuni degli 11 arrestati in Belgio, di cui almeno uno, un amico del kamikaze dello Stade de France, Bilal Hadfi, legato proprio a Forest.

Gli attentati di Parigi 

Le forze di polizia hanno suonato nel primo pomeriggio, verso le 15, alla porta di un appartamento in rue du Dries, che in teoria doveva essere vuoto. Immediatamente partono, attraverso la porta chiusa, colpi di arma da fuoco che feriscono tre poliziotti. Alle 15.20 altra raffica di colpi, e un quarto ferito, più grave. Almeno una persona si dà alla fuga attraverso i tetti, per nascondersi in un terreno abbandonato poco distante dove viene inviato in ricognizione un cane con videocamera, subito obbligato a ripiegare sotto i colpi d’arma da fuoco.

LE FOTO DEL BLITZ

Scatta intanto il perimetro di sicurezza nel quartiere, che terrà in ‘ostaggio’ i bambini di quattro scuole ‘messi in sicurezza’ sino a ora di cena. Verso le 18 parte il blitz delle forze speciali, con elicotteri per localizzare il o i fuggitivi, e cecchini sui tetti. Nell’appartamento, ormai ‘ripulito’, viene ritrovato il cadavere di uno dei sospetti terroristi. Pochissimi i dettagli fatti filtrare dalla Procura federale belga e dalla polizia, che durante il culmine dell’operazione hanno chiesto a media e cittadini di non comunicare sui social – come già avvenne a novembre quando la rete si riempì di gattini – sulla localizzazione degli uomini della squadra franco-belga per non compromettere il risultato della loro azione. Unica certezza, la persona uccisa nello scontro a fuoco “non è Salah Abdeslam”, ha confermato la Procura, aggiungendo che la sua identità “non è ancora nota”. Secondo quanto riferiscono alcuni media belgi, si tratterebbe di una persona completamente sconosciuta alle forze dell’ordine.

Salah e Abrini, le ‘primule rosse’ di Parigi LEGGI

L’operazione non è ancora completamente conclusa, con una serie di verifiche che la scientifica e la magistratura stanno compiendo nella casa occupata dai sospetti jihadisti dove sarebbero stati trovati kalashnikov e gas lacrimogeno, secondo alcuni media. Se la maggior parte degli abitanti della zona coinvolta dal perimetro di sicurezza sono pian piano rientrati a casa scortati dalla polizia, alcuni di loro dovranno passare la notte fuori in locali messi a disposizione del comune di Forest. Perché, mentre si sono mobilitati anche il premier belga Charles Michel e il Consiglio di sicurezza nazionale, uno o forse più terroristi sembrano essere riusciti a darsi alla fuga. E Salah, insieme al compare Mohamed Abrini, è tuttora introvabile.

 

Il quartiere è stato bloccato. Alunni per ore chiusi in una scuola – IL RACCONTO – dell’inviata