Srm, domani la presentazione del Rapporto “Italian Maritime Economy”: ecco la sintesi

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Sarà presentato domani nella sala delle assemblee del Banco di Napoli il 3° Rapporto annuale “Italian Maritime Economy. Suez, il ruolo della Cina, il nuovo Panama: dalle rotte globali, un Mediterraneo più centrale”.
Il Rapporto
Frutto dell’attività di monitoraggio dell’Osservatorio permanente sull’economia dei trasporti marittimi e della logistica di Srm (www.srm-maritimeconomy.com) operativo dal 2014, il Rapporto si focalizza sui grandi fenomeni che stanno modificando gli assetti logistico-portuali europei e dell’Italia. Il nostro Paese dispone di un importante patrimonio infrastrutturale ed imprenditoriale che va tuttavia potenziato per essere più competitivo. Il nostro sistema portuale mantiene una posizione di rilievo nell’ambito del Mediterraneo, in termini di volumi di merci movimentate, ma, salvo eccezioni, sta attraversando una fase di stallo. Il Rapporto, in particolare, individua tre driver che impatteranno sugli scenari economici portuali e sulle rotte marittime. Il primo è un aumento della centralità del Mediterraneo rispetto alle direttrici globali di traffico merci. Il secondo è rappresentato dalla realizzazione del nuovo Canale di Panama che sarà inaugurato tra pochi giorni il 26 giugno e che segue quella del raddoppio di Suez avvenuta lo scorso anno. Il terzo è la tendenza sempre più marcata a costruire grandi navi e quindi la trasformazione dei porti in relazione alle nuove esigenze logistiche che ne deriveranno. I porti italiani e del Mezzogiorno si troveranno quindi a dover affrontare nuovi scenari con porti competitor sempre più aggressivi e la conseguente esigenza di dover snellire la propria burocrazia e realizzare investimenti. Occorre quindi dare rapido seguito alle previsioni della riforma portuale delineata dal Governo.
Il convegno
Il dibattito di domani verrà aperto da Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli e Paolo Scudieri, presidente di SRM, I dati e le analisi elaborati dal Centro Studi saranno illustrati da Massimo Deandreis, direttore generale di SRM, e da Alessandro Panaro, responsabile dell’ufficio Maritime & Mediterranean Economy di SRM, che approfondirà i temi inerenti Panama e le grandi trasformazioni marittime in atto.
A seguire la relazione del direttore generale del Banco di Napoli Francesco Guido dal titolo: Il ruolo della banca a sostegno dell’economia marittima e dell’internazionalizzazione.
La tavola rotonda, moderata dal direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano, dal titolo “da un Mediterraneo più centrale nell’economia globale, le sfide per l’Italia e il Mezzogiorno” vedrà come relatoriMichele Acciaro, professore di Maritime Logistics della Kühne Logistics University (KLU) di Amburgo, Giovanni Andornino, docente di relazioni internazionali dell’Asia Orientale a Torino e responsabile del programma Global China; Emanuele Grimaldi, presidente di Confitarma e amministratore delegato Grimaldi Group, Umberto Masucci, presidente International Propeller Club e vicepresidente della Federazione del Mare, Francesco Profumo, presidente della Compagnia di San Paolo. Per le conclusioni del convegno è previsto l’intervento del ministro degli Affari Esteri Paolo Gentiloni.
Le dichiarazioni
“Dati, analisi e scenari sviluppati nella ricerca di SRM sono molto chiari – commenta Maurizio Barracco, presidente Banco di Napoli -: nonostante l’instabilità politica, se osserviamo dal punto di vista del commercio marittimo, il Mediterraneo sta tornando ad avere una rilevante centralità globale con una significativa crescita dei volumi di merci in transito. Questo avviene parallelamente alla crescita delle sfide che arrivano da quest’area, prima tra tutte quella dei flussi migratori. Sfide che toccano il futuro stesso del processo di integrazione Europea. Per questo è urgente avviare una vera politica europea per il Mediterraneo in cui la dimensione marittimo-portuale sia al centro. L’Italia può e deve giocare un ruolo propulsivo anche nell’interesse del Mezzogiorno, naturale piattaforma logistica al centro di quest’area, che così troverebbe una ulteriore e forte dimensione di sviluppo”
Francesco Guido, direttore generale del Banco di Napoli ricorda che “Banco di Napoli e Intesa Sanpaolo sono da sempre vicini alle imprese che operano nella filiera del Mare che non è rappresentata solo dagli armatori, ma dai tanti operatori della logistica portuale, della cantieristica, dei servizi. L’economia marittima nel Mezzogiorno genera nel suo insieme 15 miliardi di euro di valore aggiunto, muove 214 milioni di tonnellate annue di merci nei 12 porti del Mezzogiorno che rappresentano il 45% del totale italiano. E’ chiaro che parliamo di una fetta fondamentale della nostra economia sulla quale siamo attivamente impegnati come Banco di Napoli, ma anche nel più ampio contesto del Gruppo Intesa Sanpaolo con le specifiche competenze, per assicurare supporto ad una filiera strategica che rappresenta una grande potenzialità del nostro Paese”.
“Dobbiamo ricordarci – dice Paolo Scudieri, presidente SRM – che siamo un Paese marittimo da sempre e il settore armatoriale rappresenta ancora uno dei simboli economici dell’Italia. Inoltre gran parte del nostro import-export avviene via nave. La competitività di questo settore è determinante per tutta l’industria manifatturiera. Investimenti in infrastrutture, intermodalità e sviluppo del capitale umano, puntando sul mare, sono tre principi sui quali il nostro Paese deve lavorare per sfruttare appieno la posizione geografica. Un esempio vincente è l’accordo Fca, Porto di Civitavecchia e Grimaldi per il trasporto delle autovetture realizzate nello stabilimento di Melfi e destinate al Nord America, che ha attivato un traffico prima inesistente mettendo in rete industria, logistica, trasporto marittimo. E’ solo un esempio delle tante opportunità che si possono cogliere”.
Per Massimo Deandreis, direttore generale SRM “un dato esprime bene l’accresciuta centralità del Mediterraneo: in vent’anni il numero dei containers movimentati nei 30 porti del Mediterraneo è cresciuto del 425% con un tasso medio del 21% all’anno. Questo processo si rafforzerà ulteriormente grazie a tre fattori strategici che mettiamo in luce nel nostro Rapporto: il rafforzamento della rotta che dall’Asia passa via Suez nel Mediterraneo e prosegue attraverso l’Atlantico; il crescente ruolo della Cina nel Pireo e a Port Said; l’impatto che il nuovo Panama avrà sul rafforzamento della portualità atlantica degli Stati Uniti. Tutto questo accelera la competizione tra porti. Per l’Italia e il suo Mezzogiorno c’è una grande opportunità ma anche una sfida urgente: dare attuazione alla riforma portuale del Governo, investire su logistica e intermodalità, semplificare le procedure.

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