Staminali nuova arma contro la calvizie

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Roma, 5 giu. (AdnKronos Salute) – Sono il presente della ricerca medica, la novità che si tocca con mano e che ha già rivoluzionato i settori più importanti della sanità. Protagoniste indiscusse della medicina rigenerativa, le cellule staminali entrano a pieno diritto anche nella lotta contro la calvizie e la perdita precoce dei capelli. Cellule con uno straordinario potenziale, utili a riparare organi e tessuti danneggiati da patologie, invecchiamento o traumi.

La calvizie coinvolge circa il 70% degli uomini e nel 40% dei casi si manifesta dopo i 35 anni. Fino ad oggi il trapianto di capelli ha rappresentato l’unico intervento in grado di nascondere efficacemente gli inestetismi causati dalla calvizie. Ma negli anni le tecniche sono migliorate allo scopo di renderle sempre meno traumatiche, fino all’autotrapianto di capelli atFue con estrazione automatizzata dei singoli bulbi: una metodologia che presenta molti vantaggi, come una significativa riduzione dell’errore umano, un numero maggiore di follicoli prelevati e un risultato estetico più efficace e naturale.

Tuttavia, quando si parla di patologie che portano all’insorgere dell’alopecia c’è un dato da non trascurare: non interessa solo il follicolo. E’ proprio questo uno dei motivi per cui il trapianto, pur se effettuato con tecniche poco invasive e all’avanguardia, da solo non basta. E’ necessario che i follicoli trapiantati siano sostenuti e ‘alimentati’ per mantenersi in buona salute per molto tempo. E’ qui che entra in gioco la rigenerazione cellulare di tutti i follicoli capillari, stimolata dalla medicina rigenerativa grazie all’utilizzo delle cellule staminali. Sul paziente che si sottopone a un Protocollo di medicina rigenerativa si può agire sulle cause, ma anche sulle concause che generano la calvizie. Il controllo va da un primo step estetico, per arrivare a una serie di esami avanzati quali il test del Dna, l’analisi della membrana cellulare e l’assetto ormonale.

Il Protocollo di medicina rigenerativa bSBS, adottato da HairClinic, in abbinamento con la tecnica di autotrapianto atFue, rappresenta ad oggi l’intervento più efficace sul diradamento localizzato o diffuso, spiega una nota. Le due metodologie insieme offrono la più alta probabilità di successo totale sia sul piano clinico sia sul piano estetico e con la garanzia della durata nel tempo. La medicina rigenerativa permette di arginare la progressione della calvizie, favorire l’ispessimento del fusto dei capelli, invertire il processo di miniaturizzazione dei follicoli e la rigenerazione di quelli non atrofizzati.

I pazienti vengono seguiti accuratamente nell’ambito di un programma individuale, che è parte integrante del Protocollo e che si traduce in un’assistenza puntuale e precisa. Con un semplice prelievo di sangue si inizia ad agire subito. Il campione ematico è la fonte primaria dei principi autologhi di rigenerazione cellulare che vengono isolati, concentrati e reintrodotti nel cuoio capelluto, grazie alla tecnologia di separazione cellulare automatizzata hCrp. Con questa azione, le cellule staminali dei follicoli ancora attivi, ossia non atrofizzati, vengono stimolate a generare ‘nuovi’ capelli.

La rigenerazione, ed è questo l’anello di congiunzione con la tecnica di autotrapianto – precisano gli esperti – prepara il campo alla chirurgia, sostenendo sia i follicoli che saranno trapiantati sia quelli appena nati, restituendo vitalità e resistenza al cuoio capelluto. Un Protocollo che va oltre la semplice tecnica chirurgica, il percorso più avanzato e moderno nella cura della calvizie, perché il trapianto di capelli da solo non basta. “In HairClinic – conclude la nota – la medicina rigenerativa è già realtà”.