Stanzione (Pfizer): “Orgogliosi di nuova terapia per cancro vescica”

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(Adnkronos) – “Siamo veramente orgogliosi di aver portato un farmaco realmente innovativo e che già si propone come nuovo standard di terapia per i pazienti con carcinoma uroteliale. Si tratta di una terapia di mantenimento che, per la prima volta, è stata proposta per questa patologia oncologica con dei risultati senza precedenti”. Così all’Adnkronos Salute Alberto Stanzione, direttore Oncologia di Pfizer Italia, nel giorno del lancio del farmaco avelumab, frutto dell’alliance Merck-Pfizer. La presentazione della terapia, già disponibile in Italia dopo l’ok di Aifa alla rimborsabilità del farmaco, si è tenuta questa mattina in occasione della conferenza stampa “Diamo il tempo al presente”, evento promosso da Merck e Pfizer.  

“L’alleanza tra Merck e Pfizer – ha ricordato Stanzione – è stata raggiunta nel 2014 con l’obiettivo di sviluppare soluzioni terapeutiche che potessero essere realmente innovative e cambiare in maniera significativa il percorso di cura di pazienti con malattie con elevato bisogno medico insoddisfatto. Quella delle alleanze è una strategia che fa parte del modo di essere di Pfizer in oncologia, che lavora sulla propria ricerca ma, allo stesso tempo, collabora con istituzioni, università, centri di ricerca indipendenti e con altre aziende che possano condividere lo stesso obiettivo, ovvero dare al paziente sempre più soluzioni realmente alternative”.  

“In questo caso – spiega ancora Stanzione – l’alleanza con Merck ha funzionato molto bene, anche perché le due aziende, come sempre dovrebbe succedere in un’alleanza di successo, hanno messo sul campo le proprie caratteristiche ed esperienze. Nel caso specifico, Pfizer è un’azienda impegnata ormai da molti anni ad ampio raggio nello sviluppo e nella ricerca di farmaci oncologici, da 15 anni anche nell’area urogenitale. E questi 15 anni di impegno ci hanno portato a sviluppare farmaci che hanno anche cambiato la storia naturale di alcune patologie, come il tumore del rene”. Adesso con questa alleanza “abbiamo la possibilità di estendere il nostro impegno e portare la nostra esperienza anche a una patologia diversa, il carcinoma uroteliale, patologia ad elevato bisogno medico insoddisfatto perché caratterizzata da un alto tasso di recidive, di progressione e anche di mortalità”, conclude.