Stato e Regioni in mano a 10 mila burocrati. Il loro motto? Decidere di non decidere

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I tecnici adesso dicono quello che due settimane fa evitavano, così del lockdown in arrivo si discute solo in termini di ampiezza. La decisione non è il fallimento di chi ha lavorato per evitarlo ma degli Italiani che, da giugno a ottobre, si sono comportati da irresponsabili. Parlare di chiusura sta creando tensioni sociali, nonostante l’impennata dei contagi, mentre si diffonde l’idea che gli anziani non valgano il blocco della società.
Il popolo della movida ha iniziato a protestare, rivendicando la libertà di tirar l’alba ogni week-end e le vigilie delle feste comandate (da noi le più numerose del mondo). Nei luoghi eletti a simbolo del loro modo di socializzare, celebrano con spritz, mohito o birretta, a seconda della stagione, la liturgia modaiola di postare, su FB e Instagram, video e storie della nottata per avere di che discutere durante la settimana. Ma col popolo della movida si è mosso, quello ben più numeroso, delle prebende e le proteste si sono fatte violente e ricorrenti.
Ma i giovani contestano il lockdown perché soffoca la libertà di essere tali, e si adegueranno, mentre il Popolo delle Prebende lo invoca per continuare a vivere come gli Italiani non possono più. I Prebendisti dimenticano, meglio si infischiano, che siamo pieni di debiti per aver vissuto ottant’anni sopra le nostre possibilità. Il peggio è che una certa politica surfa sull’onda sociale.
L’Italia è povera, per decine di finanziarie allegre, mancate riforme di giustizia, PA, fisco e mercato del lavoro. I 100 milioni di evasione annuale sono figli anche di queste scelte oltre che degli ammiccamenti di tutta la politica al ceto medio dell’economia sommersa, da sempre arbitra delle elezioni. E poi c’è il dogma della sanità esclusivamente pubblica, che costringe a mantenere un welfare insostenibile finanziariamente. Trasporti, scuola, università, servizi amministrativi, decoro urbano sono in profondo rosso tecnologico e il gap internazionale fa vergogna.
Stato e Regioni sono, di fatto, in mano a diecimila burocrati che ingessano tutto con procedure farraginose all’insegna del motto che “decidere di non decidere” è altra cosa dal “non decidere”.
Dovremmo approfittare della nuova rotta imposta dalla pandemia alla politica economica europea e alla green economy nel settore trasporti invece il Governo nasconde dietro la demagogia l’incapacità della nostra burocrazia ad utilizzare gli strumenti a disposizione.
Nemmeno il Covid è riuscito a far battere un colpo allo Stato, in un rigurgito di orgoglio ferito dai tanti morti e tantissimi nuovi poveri.
La Politica è convinta che gli Italiani non siano in grado di comprendere la gravità della situazione, tanto meno l’indispensabilità di rinunciare alle prebende e adottare la digitalizzazione avanzata senza passare per i gradi intermedi. Così annuncia risarcimenti e sussidi che probabilmente non potrà concedere invece di aiuti con esclusiva finalità produttiva. Perché le sovvenzioni a fondo perduto devono trasformarsi in ristrutturazioni e ammodernamenti tecnologici e i finanziamenti agevolati in progetti commerciali e individuali mirati. Gli sconti fiscali potranno viceversa compensare le difficoltà di partite IVA, autonomi e commercianti.
Il Mondo non è più quello di prima per causa di forza maggiore e finanza ed economia si stanno muovendo velocemente; se l’Italia perderà questa occasione non sarà più arbitra del suo futuro ma se ci riuscisse, si dovrà comunque agire con decisione perché se il futuro dei nostri figli e nipoti sarà peggiore o migliore di quello che oggi prevediamo, sarà stata solo colpa o merito nostro.