Statuto dei contribuenti Saggese: Serve la legge

51

“Lo statuto dei contribuenti non tutela le imprese e i cittadini”. Parola di Michele Saggese, presidente Associazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. “Lo Statuo dovrebbe tutelare i rapporti tra cittadini e fisco. Il problema, però, è rappresentato dal fatto che si tratta solo di un regolamento e non di una legge. Ciò significa che quando l’Amministrazione sbaglia in materia fiscale nei confronti dei contribuenti, i citadini non hanno nessun appiglio cui ricorrere. Infatti, nello Statuto non sono previste sanzioni, ma solo un vademecum”. Vademecum che, secondo l’Adc, l’Amministrazione deroga in base alle esigenze del momento: “C’è sempre un’eccezione o una deroga quando l’ente pubblico non rispetta lo statuto. – afferma Saggese – In questo periodo di dichiarazione dei redditi, l’esempio più lampante della gravità della situazione è il software Gerico, un programma per il calcolo degli studi di settore, necessario per stabilire la congruità delle dichiarazioni delle imprese e relative tasse da pagare. Entrato in vigore da una setimana, Gerico non funziona ancora. Lo Statuto darebbe a commercialisti e cittadini 60 giorni di tempo per adeguarsi alla nuova norma, invece noi saremo costretti a redigere le dichiarazioni molto prima e senza Gerico, con l’aumento del rischio per le imprese di incappare in sanzioni”. L’Associazione dei commercialisti e degli esperti contabili non intende arrendersi e prepara iniziative pr convincere il legislatore a trasformare in legge lo Statuto dei contribuenti. “Stiamo raccogliendo le firme – spiega, ancora, il presidente – ed entro l’estate ne presenteremo un numero cospicuo al governo, per farlo diventare legge. In un secondo momento, potremmo anche valutare lo sciopero dei professionisti, ma è un’arma che non abbiamo ancora deciso se usare o meno”. Possibile che venga concessa una proroga fino al 7 luglio per la presentazione dei documenti, in modo da superare il mancato funzionamento di Gerico. “Non chiediamo proroghe, ma norme che consentano il diritto di tempi definiti per adempiere agli obblighi. Arriveremo ancora una volta a ridosso delle scadenze con l’angoscia di non potervi provvedere e di non avere neppure la certezza del rinvio”.