- Alfred von Reument è stato un diplomatico e studioso tedesco. Studiò presso le università di Bonn e di Heidelberg, ottenne una posizione a Firenze attraverso l’inglese William Craufurd, ma presto entrò nei servizi diplomatici prussiani e fu impiegato a Firenze, Costantinopoli e a Roma. Lavorò anche per il ministero degli Esteri a Berlino. Dal 1851 al 1860 sarà ambasciatore a Firenze. Reumont fu amico e consigliere di Federico Guglielmo IV di Prussia. Nel 1879 fonderà l’Aachener Geschichtsverein. Trascorrerà i suoi ultimi anni a Bonn e ad Aquisgrana dove morirà il 27 aprile del 1887. Aveva cominciato con una biografia di Andrea del Sarto e con un volume di note di viaggio nei paesi meridionali; redasse una Bibliografia dei lavori pubblicati in Germania sulla storia d’Italia (Berlino 1863), aggiornandola fino al 1878 sull’Archivio storico italiano, pubblicò a Berlino una rivista Italia (I, 1838; II, 1840) cui collaborarono tra altri H. Leo, C. v. Rumohr, K. Witte “uniti nell’amore per l’Italia”, e fornì ai suoi connazionali preziose notizie sulla vita intellettuale, sociale e politica italiana di quel tempo nelle Römische Briefe von einem Florentiner (Lipsia 1840-44). Ciò che infatti lo distingue da tanti altri amici dell’Italia è l’interesse per l’Italia del suo tempo e non solo per quella del passato. Addetto nel 1843 al gabinetto del re Federico Guglielmo IV, divenne l’intimo amico e una specie di segretario letterario del sovrano, che accompagnò in viaggi a Venezia, Firenze, Roma, Napoli e che assistette fedelmente durante la lunga malattia che trasse il re alla morte. Aveva pubblicato in questi anni, oltre a varî saggi minori, sei volumi di Beiträge zur italienischen Geschichte, in 6 volumi (Berlino 1853-57) una Die Jugend Caterina’s de’ Medici (Berlino 1854, trad. it. Firenze 1868), Die Gräfin von Albany (Berlino 1850, trad. it. Genova 1868). Abbandonato nel 1861 il servizio diplomatico e presa stabile dimora a Roma, il R. poté dedicarsi completamente alla sua attività di storico. Scrisse due volumi di profili di contemporanei (Berlino 1862) e, per invito del re di Baviera, una Geschichte der Stadt Rom, in quattro grossi volumi (Berlino 1866-70). Nel 1865 si trasferì a Bonn, recandosi però spesso a Firenze presso Gino Capponi, col cui aiuto scrisse un’opera su Lorenzo de’ Medici il Magnifico (Lipsia 1874) e una Geschichte Toskana’s seit dem Ende des florentinischen Freistaats (Gotha 1876). Onorò la memoria del suo grande amico con una biografia (Gotha 1880, traduzione it., Milano 1881) che, descrivendo l’ambiente in cui visse e operò il Capponi, è una fonte di notizie preziose sulla cultura toscana. Nel 1871 prese posizione a favore del papato con un opuscolo Pro Romano pontifice (Bonn 1871), che suscitò delle polemiche; alcuni anni dopo pubblicò delle Briefe heiliger und gottesfürchtiger Italiener, (Friburgo 1877). Stabilitosi nel. 1878 ad Aquisgrana, vi fondò una società storica e vi compose saggi biografici e letterarî (Lipsia 1877; trad. it., Firenze 1880). Dedicò le sue ultime forze a un volume di profili della storia moderna d’Italia (Lipsia 1886). Fu uno dei più sinceri e devoti amici che l’Italia abbia mai avuto. Non condivise le opinioni politiche dei liberali toscani, suoi amici, ma fu affine a loro per la seria concezione della vita, per il suo cattolicesimo alieno da fanatismi, per la signorilità e dirittura del carattere. Come storico rivelò grande erudizione e diligenza di ricercatore, ma non recò idee nuove. Scrittore fecondissimo, ma non felice nella forma, si distinse soprattutto nella narrazione di particolari biografici e nella descrizione vivace e talvolta penetrante dei caratteri.