Uomo politico francese, nato a Saint-Sauveur-Lendelin il 19 marzo 1739, morto a Saint-Mesmes il 16 giugno 1824. Avvocato di grido, fu molto protetto dal cancelliere Maupeou, che se ne giovò nella lotta contro il parlamento e nella tentata riforma del 1771. Dopo la caduta del Maupeou (1774), il L., che fin dal 1768 era stato nominato ispettore dei dominî della corona, si ritirò dalla vita pubblica. Nel marzo del 1789 esaminò con grande acutezza le condizioni della Francia in quel momento, prevedendo alcuni sviluppi della rivoluzione (La voix du citoyen) e fu eletto membro degli Stati generali. Nell’assemblea si schierò con i liberali di sinistra. Fu poi presidente del direttorio di Seine-et-Oise fino al 10 agosto 1792 e fu da allora considerato sospetto. Mutata la costituzione, fu membro del Consiglio degli anziani e, dopo il 18 brumaio, fu 3° console del nuovo governo. Napoleone lo nominò (1804) arcitesoriere dell’impero, e nel 1805 gran cordone della Legion d’onore. Gran merito ebbe nell’istituzione della Corte dei conti; e come governatore generale della Liguria (1805) preparò la riunione di questa regione alla Francia. Cercò di opporsi all’abolizione del tribunato (1807) e alla creazione di una nuova nobiltà, pur accettando il titolo di duca di Piacenza (1808). Buona prova diede nel difficile compito d’incorporare alla Francia i dipartimenti dell’ex-regno di Olanda (1810-1813). Fedele a Napoleone fino all’abdicazione del 1814, accettò dai Borboni la paria, che perdette per avere assunto uffici nei Cento giorni. La riottenne nel 1819, ma poco dopo si ritirò nel paese, dove morì. Il figlio Anne-Charles ne pubblicò Opinions, rapports et choix d’écrits politiques (1829).