Sud, il Srm: Il rilancio passa per mare, energia, turismo e ambiente. Scudieri: Grazie al Pnrr può diminuire il gap col Nord

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in foto Paolo Scudieri, presidente dell'Anfia

Mare, Energia, Turismo e Ambiente (Meta) rappresentano i quattro assi portanti per la ripresa del Mezzogiorno. Il rafforzamento di questi ambiti, favorito dallo stanziamento dei fondi europei del Pnrr, costituisce la strada maestra per favorire la ripartenza del Sud Italia e dell’intero Paese. Lo rileva il “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno” pubblicato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo. Il percorso futuro di crescita è legato a doppio filo alla capacità del Paese e del Mezzogiorno di utilizzare al meglio le risorse disponibili del Pnrr che assegna al Sud circa 82 miliardi di euro e che dovranno essere spesi in modo efficiente. Per raggiungere gli obiettivi prefissati l’accento va posto su quei settori trasversali che, anche grazie al corretto utilizzo delle risorse disponibili e al completamento delle riforme, rappresentano la linfa vitale della nuova società e leve fondamentali per lo sviluppo: formazione, sostenibilità, innovazione, digitalizzazione ed economia sociale. In questi settori il Mezzogiorno evidenzia importanti aree di miglioramento e sfidanti obiettivi di crescita.
Per Paolo Scudieri, presidente di Srm, “i dati dimostrano che esiste un Mezzogiorno che nonostante tutto riesce ad essere competitivo. La fase di ripresa economica a livello nazionale, con il supporto delle risorse del Pnrr e delle riforme necessarie a modernizzare il Paese, può essere la vera occasione per consentire un recupero almeno parziale dello storico gap con il resto di Italia e permettere al Mezzogiorno di contribuire alla ripartenza dell’intero Paese”, conclude Scudieri. Mentre aggiunge Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, “abbiamo voluto dare con questo studio una chiave di lettura particolare, orientata a guardare al Mezzogiorno come area con grande potenziale e ricca di risorse che vanno valorizzate ed efficientate. Srm con una logica propositiva vuole, quindi, indagare su ciò che il Mezzogiorno può offrire e che, anche grazie alle risorse disponibili e alle riforme in corso, può utilizzare per tracciare nuovi obiettivi di sviluppo. Una Meta costituita da quattro grandi assi, Mare, Energia, Turismo e Ambiente, che insieme alle forze trasversali espresse dalla Formazione, dalla Ricerca, dall’Innovazione e dall’Economia sociale, possono configurare per tutta la struttura produttiva ed imprenditoriale meridionale nuove e concrete possibilità di crescita. Occorre cambiare passo, guardando al futuro e concentrare gli sforzi di tutti per non perdere la più grande occasione per il Sud e per l’Italia rappresentata dal Pnrr”, conclude.

Cresce il numero delle imprese e riparte l’export
Nel Mezzogiorno, scondo lo studio di Srm, cresce il numero delle imprese: i dati registrano, a giugno, un +1,8% rispetto al 2020 (+0,9% il dato Italia). Inoltre, sono attive 174.474 imprese giovanili, quasi il 40,4% del dato nazionale. Il Mezzogiorno è l’area con il più elevato tasso di imprenditorialità giovanile (10%, in Italia 8,4%). Riparte anche l’export: si evidenzia, al primo trimestre dell’anno, un +1,6% (media Italia +4,6%). Nel Mezzogiorno, si legge ancora, vi sono oltre 15mila imprese innovative, il 17% del dato nazionale. Rispetto al 2014, il numero delle imprese innovative cresce di circa il 52% a fronte del 34% della media nazionale e la spesa per addetto è aumentata di 1.800 euro (media Italia +2.800 euro).

Turismo, forte crescita nel 2021
Nell’anno della pandemia il Mezzogiorno ha rappresentato circa un quarto dei flussi turistici nazionali con oltre 10,7 milioni di arrivi e 40,6 milioni di presenze. Le stime per il 2021 evidenziano una crescita della domanda turistica pari a circa 58,3 milioni di presenze.

Nei porti meridionali il 47% del traffico nazionale di merci
Gli scali del Sud rappresentano ad oggi il 47% del traffico nazionale di merci e le navi trasportano il 65% ed il 49% rispettivamente dell’import e dell’export delle industrie del territorio. E’ quanto emerge ancora dallo studio. I porti, la logistica e lo shipping, si legge nel rapporto, “sono gli elementi che muovono l’economia del mare e che possono favorire la competitività del Paese nel Mediterraneo, in particolare se si confermeranno i processi di reshoring, cioè l’accorciamento delle catene produttive all’interno dell’area euro-mediterranea”.

La bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi, circa un quarto dell’Italia
La bioeconomia nel Mezzogiorno, secondo o studio pubblicato da Srm, vale 23,6 miliardi di euro di valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Gli addetti a produzioni bio sono oltre 732mila, pari al 10,7% degli occupati complessivi meridionali (circa 3 punti percentuali in più rispetto alla media italiana 7,9%) ed a ben il 36,4% del dato nazionale. Inoltre, su un campione di 300 imprese manifatturiere del Sud intervistate da Srm, il 34% dichiara di aver effettuato investimenti nell’ultimo triennio con forte propensione (circa il 50% degli investimenti) all’innovazione e alla sostenibilità. E cresce l’attesa per il Pnrr: il 54% delle imprese, sia nel Mezzogiorno che in Italia, intravede opportunità e possibili vantaggi indiretti per la propria azienda e un ulteriore 31% si dichiara pronta a cogliere direttamente i vantaggi che il Piano offrirà.

Nel Sud oltre il 40,2% delle energie pulite de Paese
L’Italia, secondo quanto emerge dallo studio “Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno”, diventa una protagonista nelle rinnovabili grazie al Sud, dove si concentra il 40,2% delle energie pulite del nostro Paese. Il Mezzogiorno vale infatti il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie.

La sintesi del Rapporto