Sulla scuola ‘ci giochiamo il futuro’

40
in foto Giovanni Brugnoli

Si chiude la stagione con l’ultimo appuntamento de #ilpostinfabbrica, rubrica nata dalla collaborazione tra RTL e Confindustria, tre anni fa, che ha dato la possibilità di far incontrare domanda e offerta di lavoro, rivolgendosi soprattutto a giovani ragazzi.
Risultato: 200 persone assunte a tempo indeterminato, un numero piccolo ma importante. Le 72 imprese ospiti della trasmissione, di tutti settori coinvolti, dall’aerospazio all’alimentare al tessile, hanno manifestato l’interesse di avere talenti giovani in azienda.

Secondo Giovanni Brugnoli, imprenditore e vicepresidente di Confindustria con delega proprio al capitale umano, il prossimo passo necessario è “una grande politica di orientamento, che faccia conoscere l’esigenza delle imprese” e parallelamente è la scuola che deve “adattarsi al cambiamento che c’è all’interno dell’impresa”. Con #ilpostinfabbrica si è avviato un percorso in questa direzione, con un format innovativo e unico, che fa parlare le imprese nella prima radio d’Italia.

Sono arrivati 11mila curricula per i 1350 posti messi a disposizione. Solo 200 hanno trovato occupazione. Questi dati continuano a fotografare il grande divario tra le figure che servono alle aziende e quelle che il nostro sistema scolastico riesce a formare. Infatti più di 1000 posizioni disponibili non hanno trovato il candidato ideale.

“Le imprese hanno bisogno di talenti da far crescere – ha detto Brugnoli -, possibilmente con un buon grado di istruzione. In questo senso il Paese deve investire di più: non è possibile che investiamo il 3,4% del Pil. Gli altri Paesi sono dal 4% in su”. Per questo il mese scorso aveva lanciato una sfida al governo caduta nel vuoto: l’obiettivo concreto di aumentare dell’1% le risorse da destinare all’istruzione entro i prossimi 5 anni, in modo progressivo.
Rilanciando, inoltre, la necessità di un piano formativo a lungo termine perché “l’istruzione non è né di destra né di sinistra, è una traiettoria di crescita e di sviluppo per il nostro Paese, quindi un investimento sul futuro, bene prezioso delle nostre imprese e delle nostre famiglie”.

Anche il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, nel corso degli ultimi Stati generali dell’education aveva dichiarato che sull’istruzione “non si fa mai abbastanza. Se si vuole puntare sull’industria ad alto valore aggiunto, ad alta intensità di investimenti e produttività c’è bisogno di elevate competenze”. E che è proprio l’istruzione l’unico modo per riattivare quell’ascensore sociale fermo ormai da tempo.