“Sùn Nà”: alle radici dei sogni, l’eclettismo musicale di Fuschetto

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Doppio ritorno alle radici per Max Fuschetto, poliedrico compositore e polistrumentista di origini sannite, in concerto martedì 28 luglio nella natìa S. Marco dei Cavoti. Doppia Anabasi perché Sùn Nà, il suo ultimo album, al centro del live tour di questa estate, rappresenta l’efficace sintesi del percorso di fusione dei linguaggi musicali, dalla contemporanea all’anima più etnica con incursioni nella tradizione orientale e nella world music (quella alla Brian Eno e Michael Nyman, tanto per intenderci), che da oltre vent’anni caratterizza la produzione e la stessa interpretazione del musicista. Quelle di Fuschetto sono incursioni e non contaminazioni, dove con una partitura tarata sull’interpretazione l’artista sannita scolpisce la cifra della sua partitura: in tal senso il viaggio verso l’interno, verso radici musicali comuni dalle quali rintracciare un fil rouge, diventa una katabasi, un’esplosione verso l’esterno della fruibilità di un prodotto che, anche ad un orecchio meno raffinato, riesce gradevolmente a dipanare tutte le trame della sua tessitura musicale. Tessitura che rivela un retroterra culturale di tutto rispetto, inusuale per un musicista contemporaneo, dove il senso stesso della contemporaneità rischia di banalizzarsi alla religione del facile ascolto, dove il mercato impone la categorizzazione della creatività in quanto tale. Che, proprio per l’essere irregimentata in binari predefiniti, finendo per perdere la sua forza propulsiva. Ecco, Fuschetto è all’esatto opposto: la sua musica guarda avanti, volgendo al tempo stesso lo sguardo al passato, prende dalle radici per destrutturale e ricomporle. Una musica che fa pensare, per chi vuole pensare. Tutto questo è racchiuso in “Sùn Nà” ( pubblicato da Hanagoori Music-distribuzione Audioglobe), che ha già registrato il plauso della critica più attenta (tra gli altri, Valerio Corzani di Radio Rai e Girolamo De Simone del Manifesto). Il titolo del Cd deriva da un termine in linguaggio Yoruba (dialetto africano di derivazione greca), che vuol dire dormire, sognare. Una fortissima assonanza, anche in termini semantici, con il nostro meridionalissimo “sunnà”, sognare, ed ecco emergere quello che Fuschetto indica come il significato più profondo del suo lavoro: la dimensione umana del sonno/sogno che, come per la musica, esula da ogni barriera linguistica, razziale, culturale. E non potrebbe essere altrimenti, ascoltando le atmosfere religiose del disco (“… la preghiera è un gesto universale …”, dice l’Autore), che lasciano spazio alle sonorità da bossa nova (“Paisagem do Rio”), a fiati che fanno da sfondo a brevi passaggi di piano, al violoncello che richiama Schubert. Un’opera unica, di difficile omologazione, che si avvale delle voci di Antonella Pelilli e Irvin Vairetti. Con loro, nel tour estivo, Pasquale Capobianco, Valerio Mola, Pasquale Rummo e il contributo video di Monica Mazzitelli e Antonio Coppola.Dopo S. Marco dei Cavoti i prossimi appuntamenti con Max Fuschetto e Sun Nà sono: 26-28 agosto (Benevento), 30 Agosto (Baia di Ieranto – NA), 9 settembre (Telese Terme), 25 settembre (Irno Festival, Salerno).