Sviluppo, rapporto Srm: sommerso e criminalità assorbono il 23% del Pil. Al Sud quasi il 30% (112 miliardi)

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In Italia la “non observed economy” definizione che mette insieme il sommerso e l’attività criminale, vale 376 miliardi ossia il 22,9% del Prodotto interno lordo. La percentuale sale nel Mezzogiorno: 29,8% del Pil, circa 112 miliardi. Lo stima un lavoro dell’associazione Srm, Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Banco di Napoli) pubblicato nella rivista Rassegna Economica. Il sommerso vero e proprio in Italia è stimato in 320 miliardi ai quali si aggiungono i circa 56 miliardi attribuiti all’economia criminale e illegale: più o meno il 3,4% del Pil (il 5% se si guarda solo al Mezzogiorno).
Lo studio mette in evidenza la forte correlazione tra stato di diritto e legalità da un lato e crescita economica di un paese dall’altro. L’indicatore da tenere d’occhio è il Rule of Law Index della Banca Mondiale che vede l’Italia risalire lentamente: ha guadagnato quattro posizioni, passando dal 35esimo al 31esimo posto su 113 paesi per il 2017-2018. Migliorare di un punto questo indice di legalità, si sostiene nella ricerca, aumenterebbe del 2% circa, 30 miliardi, il Pil pro capite medio del Paese. Alzare l’asticella della legalità avrebbe impatti positivi su trasparenza, sicurezza e giustizia. Fattori che si tradurrebbero in impulsi alla natalità delle imprese, in maggiore occupazione, credito più abbondante e maggiori investimenti: questi ultimi aumenterebbero tra gli 11 e i 14 miliardi grazie anche ad un maggiore afflusso di capitali esteri.