La crescita del Pil italiano è stimata da Svimez al +3,4% nel 2022. A rallentare la crescita nazionale – quasi un punto sotto le previsioni pre-shock Ucraina – è soprattutto la frenata di consumi e investimenti, in entrambi i casi con effetti di composizione sfavorevoli al Mezzogiorno tali da determinare la riapertura della forbice Nord-Sud nel ritmo di crescita (+2,8% nel Mezzogiorno, +3,6% nel Centro Nord) che prima del nuovo shock sembrava potesse rimarginarsi. Il Mezzogiorno, comunque, recupera nel biennio 2021-2022 i livelli di Pil pre-pandemia. È quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2022 sull’economia e la società del Mezzogiorno. Sia in riferimento al solo 2022, che nei due anni successivi, le previsioni Svimez indicano, sotto il profilo territoriale, una crescita che tocca tutti i territori, ma in maniera differenziata. Il nucleo delle regioni “forti”, sia al Centro-Nord (Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto) che al Sud (Abruzzo, Campania, Puglia), al di là di qualche scostamento congiunturale, tende a permanere nelle posizioni più avanzate. Poiché gli anni coperti dalle previsioni si caratterizzano per misure di politica economica significative, se ne deduce che queste diffondono la crescita un po’ ovunque, ma non intaccano i meccanismi (strutturali) alla base delle diverse performance regionali (ciò richiede, ovviamente, un arco temporale ben maggiore di quello previsto dal Pnrr).