Svimez, Vito Grassi: Scenari apocalittici per il Sud. Subito politiche nazionali di sviluppo per frenare la fuga dei cervelli

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In foto Vito Grassi

“Oltre un milione di giovani in fuga in meno di 20 anni, un incremento del gap occupazionale tra Nord e Sud del Paese che supera i 3 milioni di posti di lavoro, crescita della povertà assoluta all’8%, la perdita di ulteriore terreno in Europa sul fronte del tasso di attività femminile, dove il Meridione è stato superato perfino da Ceuta e Melilla, dalla Guyane francese e dalla Macedonia. La fotografia scattata da Svimez ci restituisce l’immagine di un Mezzogiorno tornato quasi ai livelli degli anni 50, una situazione grave a fronte della quale appare ormai chiaro che misure di sussidio monetario come il Reddito di Cittadinanza risultano poco efficaci ai fini di un riequilibrio sociale e rischiano di essere anche controproducenti, visto che i primi risultati stanno allontanando dal mercato del lavoro anziché richiamare persone in cerca di occupazione”. Così Vito Grassi, Presidente di Unione Industriali Napoli e Confindustria Campania, commenta i dati del Rapporto Svimez sull’Economia e la Società del Mezzogiorno, presentato questa mattina alla Camera.
“Di fronte a scenari così apocalittici, come la perdita di altri 5 milioni di residenti nei prossimi 50 anni”, aggiunge Grassi, “vanno adottate con urgenza politiche di sviluppo capaci di risollevare il Mezzogiorno, e con esso l’intero Paese, ponendo al centro l’impresa e la cultura d’impresa. Se veramente bisogna pensare a misure che, incidendo sul lavoro, possano anche dare un forte impulso alla crescita economica del Sud, dobbiamo tornare sull’eterna occasione mancata di questi anni: la riduzione del carico fiscale e contributivo sul lavoro. Se si vuole sul serio aumentare il reddito disponibile e rafforzare la competitività delle imprese, bisogna puntare su un grande piano per il lavoro giovanile. Ma non solo”.
“Bisogna ulteriormente incrementare gli investimenti in formazione, università, ricerca e sviluppo per consolidare i successi fin qui registrati, creando il clima favorevole alla concretizzazione di nuove idee, imprese e business. Una formazione che funziona è una formazione orientata fin dalle basi all’inserimento lavorativo. E un modello virtuoso, da questo punto di vista – ricorda il numero uno degli Industriali – è in via di sviluppo a Napoli, dove il Polo Universitario di San Giovanni a Teduccio rappresenta un vero e proprio modello di riqualificazione territoriale. La iOS Developer Academy, che vede protagoniste l’Università Federico II di Napoli e la Apple, e le Academy avviate nello stesso luogo da Deloitte, Cisco, Ferrovie dello Stato, rappresentano straordinarie opportunità per i giovani e per il tessuto produttivo locale. Il nostro compito di imprenditori sarà quello di trattenerli in tutti gli anni successivi, contenendo le fughe di cervelli e coinvolgendo progressivamente l’intero sistema industriale. Ma per invertire il trend è necessario che ciascuno faccia la propria parte. Attendiamo, dunque, con ansia, il Piano per il Sud annunciato oggi dal premier Conte per fine anno. Con la consapevolezza che il riequilibrio tanto invocato della spesa ordinaria degli investimenti, finalizzato a ‘sanare un vulnus che ha accresciuto le diseguaglianze attuali’, sarebbe solo un primo passo, ma verrebbe accolto con grande fiducia da chi crede da sempre nel nostro territorio e investe tutto quanto è nelle proprie disponibilità. Da chi, in attesa di eventi straordinari dall’esterno, ha proposto lo sviluppo, la velocizzazione e la concreta applicazione del Partenariato Pubblico Privato. Un partenariato chiaro che individui perimetri certi di rischio a carico degli investitori privati, ma che, contemporaneamente, ne faciliti l’iter attuativo con una semplificazione burocratica”.