Svizzera, Licata: Rapporto Migrantes progetto culturale che racconta l’Italia

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“Inauguriamo con Basilea una nuova stagione, una nuova modaltà di lavoro e di presentazione dei nostri Rapporti”. Lo ha detto Delfina Licata curatrice del rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, in occasione della presentazione on line del “Rapporto Italiani nel Mondo 2019” organizzato dal COM.IT.ES di Basilea e GIR – Giovani Italiani in Rete. “Il Rapporto nel tempo è andato oltre il concetto di manuale di statistica, è diventato un racconto: ha prodotto una ricchezza culturale, è diventato una rete. Questa rete lavora attraverso tre parole chiare: multidisciplinarietà, trasnazionalità, complessità”. Quando si parla di emigrazione – fenomeno che “fa parte della nostra storia” – è “fondamentale pensare alla complessità e questa complessità la si trova nella corposità del volume: un Rapporto dove raccontiamo, facciamo indagini, statistiche, interviste” ha aggiunto Licata. “Il Rapporto italiani nel mondo – ha continuato l’esperta – è un progetto culturale che nel tempo e con la maturità acquisita nella varie edizioni, ha scritto pagine di storia, pagine di mobiltà, pagine di un Paese, di un popolo che in 14 anni ha vissuto grandi cambianti”. “È corretto parlare non di mobiltà ma di mobilità plurime – ha quindi precisato Licata nel suo intervento, – ci sono mobilità legate a motivi di studio, lavorativi o affettivi. E c’è chi parte in cerca di una vita più dignitosa come gli anziani. All’estero abbiamo giovani studenti, giovani alla ricerca del lavoro dei loro sogni. Ma ci sono anche storie di fallimenti: non ci sono solo percorsi migratori felici. Non sempre il processo migratorio ha un compimento positivo, ci sono note stonate e criticità. Basti pensare all’irregolarità, a quando i clandestini siamo noi. Nel nostro Rapporto trovano spazio anche queste storie: storie di difficoltà, di crisi o depressione”.

Noi “l’abbiamo sperimenta in questi ultimi mesi” a causa dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus ma all’estero “in tanti sperimentano da diversi anni l’affettività a distanza che è un nostro elemento di ricerca” ha detto Licata. “L’emigrazione necessità prima d tutto di preparazione – ha aggiunto l’esperta – noi parliamo di una ‘cassetta degli attrezzi’: dalle competenze linguistiche alla scelta del luogo dove andare che deve essere ponderata”. “Oggi , va ricordato, si parte da tutti i contesti regionali, non solo dalle regioni nel Nord. La migrazione però deve essere, per chi parte, una scelta non una necessità.Eppure oggi si parte perché è necessario farlo. In molti mi chiedono: la mobilità italiana è un’emergenza? Io rispondo che la mobilità è un’occasione di arricchimento. Sempre. Dov’ è allora il problema della mobilità – che io definisco ‘malata’, italiana di oggi? Il problema è che Occorre una circolarità. Il processo migratorio perfetto è fatto di partenza e di rientri. Però oggi noi ricercatoti italiani non possiamo parlare di rientri”.

È necessario – per Licata – poi parlare di attrattività: “Le radici non si spezzano ma semmai si allungano e si arricchiscono. I luoghi di partenza potrebbero diventare un’opportunità. Vincitrice sarà quella società che capisce che la distanza non è affatto un’assenza e che la radici non possono essere spezzate da una mancanza o da una partenza. Il gruppo di ricerca del Rapporto italiani nel mondo 2019 ha appoggiato lo slogan ‘è il tempo delle scelte’: bisogna avere il diritto di restare, il diritto di tornare e il diritto di scegliere. Voglio ricordare – ha concluso Licata – che l’elemento che c’è dietro qualsiasi percorso migratorio è cha qualsiasi migrante , qualsiasi persona decide di partire, lo fa perchè chiede il diritto a un’esistenza felice”.

Gepostet von GIR – Giovani Italiani in Rete am Freitag, 22. Mai 2020