Talenti in movimento: la classifica dei Paesi più desiderabili secondo l’Economist

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Riproponiamo il testo di Maddalena Binda della Redazione ASviS, il cui Comitato scientifico è presieduto dal professore Enrico Giovannini, pubblicato sul sito ASviS il 4 novembre 2024

In un mondo che continua a invecchiare, attrarre talenti e lavoratori specializzati può diventare cruciale. Se non esistessero limiti alla libertà di movimento, dove preferirebbero trasferirsi le persone laureate? L’Economist ha stilato una classifica dei Paesi più desiderabili, basandosi sui risultati del Gallup World Poll, un sondaggio annuale che coinvolge circa 150mila persone da 150 Paesi. L’analisi calcola la differenza netta che ci sarebbe tra il numero di persone laureate se ci fosse completa libertà di movimento.

Dal 2013 i primi tre posti della classifica sono occupati da Canada, Australia e Stati Uniti. Diciassette milioni di persone laureate si trasferirebbero in Canada se potessero: considerando anche quanti canadesi vorrebbero andarsene, il Paese avrebbe un saldo positivo di 15 milioni di laureati. Per l’Australia sarebbe di 9 milioni, mentre gli Stati Uniti 5. Il Canada è particolarmente attraente per i messicani, mentre l’Australia e gli Usa lo sono per i lavoratori specializzati cinesi.

Il Portogallo è il Paese che più ha aumentato la propria attrattività negli ultimi anni: tra il 2010 e il 2023 la percentuale di persone laureate che vorrebbero trasferirsi in Portogallo è triplicata e gli immigrati regolari nel Paesi sono passati da meno di 400mila nel 2015 a oltre un milione nel 2024. Anche altri Stati dell’Europa meridionale sono diventati più desiderabili, anche se non sempre sono in grado di sfruttare questa occasione: se fossero stati aboliti gli ostacoli alla libertà di movimento, tra il 2010 e il 2023 l’Italia avrebbe guadagnato tre milioni di laureati in più. Molti giovani laureati proveniente da Paesi ricchi, come gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Germania, dichiarano di volersi trasferire in Italia. Tuttavia, il nostro Paese ha un “governo di destra ossessionato con la riduzione dell’immigrazione” scrive l’Economist, e “sta facendo poco per incoraggiare l’arrivo di lavoratori specializzati”. Un’opportunità che non potremmo permetterci di sprecare visto l’invecchiamento della popolazione e il calo della produttività.

Altri Stati hanno perso in parte la loro attrattività: il Regno Unito, ad esempio, tra il 2010 e il 2012 si posizionava al sesto posto della classifica, ma è sceso al 20esimo posto dopo la Brexit. Solo negli ultimi anni sta lentamente tornando a essere una meta più ambita e nel periodo 2021-2023 si è posizionato al 14esimo posto. “Molti meno laureati europei ritengono il Regno Unito come una meta desiderabile, e molti più laureati inglesi affermano di voler lasciare il Paese” spiega l’Economist. Anche gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita sono scesi in classifica, soprattutto dato l’aumento di persone che vogliono lasciare il Golfo.