Tanti auguri, Tex

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di Massimo Cerrotta

Compie settant’anni il più longevo e importante personaggio del fumetto italiano: Tex Willer.
Nato nel 1948 dalla penna di Giovanni Luigi Bonelli e dalla matita di Aurelio Galeppini, in arte Galep, il ranger dalla camicia gialla è ancora oggi l’idolo indiscusso di centinaia di migliaia di lettori. Ma qual’è il motivo di un simile successo? Molto semplice, ma non per questo banale: Tex è, a tutti gli effetti, un super-eroe, alla pari di Superman o Capitan America. I suoi superpoteri? Una mira infallibile, una determinazione di ferro ed una naturale capacità di fare sempre la cosa giusta. Rassicurante, empatico, generoso e nemico giurato di ogni stortura, Tex è la voce della giustizia. E, a volte, anche il suo pugno. Sì, perchè non sempre i suoi avversari si lasciano intimorire dal suo fare grintoso ed ironico: in quei casi, il nostro eroe non disdegna una bella scazzottata, tanto per mettere in chiaro le cose. Ciononostante, non è mai scaduto nel giustizialismo: detesta infatti i cacciatori di taglie e quando gli capita di uccidere è solo per legittima difesa. Rivoluzionaria, specie per gli anni in cui approdò in edicola, fu anche la descrizione che la serie offriva dei nativi americani: non più selvaggi violenti e stereotipati, ma popoli fieri ed orgogliosi, ricchi di cultura e tradizioni. Non è un caso che Tex stesso si innamori e sposi una donna Navajo, Lilyth, entrando così a far parte della sua tribù col nome Aquila della Notte. Dalla loro unione nascerà poi Kit, così chiamato in onore di Kit Carson, abile pistolero e migliore amico di Tex.
In tutti questi anni, la Sergio Bonelli Editore è riuscita a tenere viva la leggenda di Tex con decine di ristampe, saggi, romanzi biografici e albi speciali sul passato dei protagonisti, creando così una storia editoriale tra le più importanti della letteratura a fumetti mondiale. Al pari dei western classici di John Ford e Howard Hawks o dei successivi spaghetti-western di Sergio Leone ed altri maestri, le storie immortali di Tex Willer hanno permesso ad intere generazioni di galoppare attraverso le sterminate distese del Texas o del Messico, magari all’inseguimento di una terribile banda di criminali. Oggi, tutti questi fan, giovani e meno giovani, onorano il proprio mito con immutato affetto e inscalfibile passione: tanti auguri, Tex! E altri cento di questi giorni!